Elezioni comunali, Appendino: l’urbanistica della nuova Torino

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Il tema centrale del programma elettorale di Chiara Appendino, nuovo Sindaco di Torino dopo il ballottaggio alle elezioni comunali amministrative, è l’urbanistica. E il programma è basato sull’urbanistica come tema centrale per la vita del cittadino: è dal disegno e dalla pianificazione del territorio, in un’ottica di medio-lungo periodo, che diamo una impronta piuttosto che un’altra, al futuro della nostra città. E questa è una banalità.

Torino deve partire dal ridisegno e dalla progettazione del suo territorio, tramite l’urbanistica sostenibile, responsabile, che realizzi la città sicura, sana e solidale.

Ma andiamo più a fondo dell’idea di urbanistica di Chiara Appandino, una delle idee sulle quali ha costruito la campagna elettorale e grazie alle quali ha vinto le elezioni amministrative. La partecipazione dei cittadini sulle scelte importanti, la trasparenza delle decisioni e negli atti, la difesa dei beni comuni e dei valori ambientali e storico architettonici, il senso di responsabilità verso le future generazioni, la policentricità della vita cittadina valorizzando le periferie: queste devono essere la guida per le azioni e devono tradursi in una revisione del piano regolatore.
Chiara Appendino ha promesso di portare al tavolo dell’Osservatorio sulla Tav le ragioni del no.

Anche lei ha già scelto l’assessore all’Urbanistica. Sarà Guido Montanari, professore al politecnico di Torino e assessore al Comune di Rivalta, che lascerà.

 

Rigenerazione del patrimonio

La città di Torino, per rigenerarsi, deve ripartire dal patrimonio ambientale, storico-architettonico e paesaggistico, senza dimenticare il passato industriale, valorizzandolo e tutelandolo, ovviamente senza nasconderlo, svenderlo o distruggerlo.

Il Comune di Torino deve essere il punto di partenza di un sistema che valorizzi le eccellenze del territorio che esistono. Le aziende devono investire a Torino non perché attratta da qualche evento culturale “ma perché c’è una massa critica di eccellenza in alcuni settori”. In quest’ottica  occorre però mantenere le attività produttive esistenti e pensare a una nuova industrializzazione, con il sostegno all’ innovazione tecnologica, al manifatturiero, al comparto meccanico di alta qualità (aerospaziale e automotive).

Tutto ciò deve essere accompagnato dalla crescita della green economy, alla creazione di nuove forme di turismo sostenibile, attraverso lo sviluppo di un sistema di parchi urbani, centri di ricerca e parchi tecnologici.

 

Decentrazione dei servizi

Lo sviluppo ci sarà solo se coinvolgerà tutta la città, iniziando proprio dalle periferie, che non dovranno essere più tali. Solo il superamento di queste, in una visione di Torino policentrica, potrà far sì che che ogni territorio sia attrattivo per gli altri e per i propri residenti. Occorre decentrare i servizi: scuole, ospedali, centri culturali, istituti superiori, università, parchi, uffici, trasporti, residenze popolari per evitare ghettizzazioni sociali e per fare in modo che la città sia più omogenea ed equilibrata e una comunità unita e coesa. Un arredo urbano curato, mobilità facilitata, disincentivare la mobilità privata, promuovere e rendere più competititvo il trasporto pubblico, facilitare il mix sociale, realizzare spazi per l’aggregazione e la cultura diffusi, piccolo commercio di vicinato, aree per l’insediamento di piccole attività artigianali, aree verdi attrezzate, orti urbani, giardini edibili (con alberi da frutto) sono i passaggi da mettere in atto per raggiungere gli obiettivi. Occorre contemporaneamente disincentivare la mobilità privata e promuovere e rendere più competititvo il trasporto pubblico, anche nelle nuove forme della sharing economy.

 

La città deve avere come priorità il benessere dei cittadini, attraverso il rispetto dei diritti di tutti, il diritto alla casa, alla salute, alla cultura, il rispetto dell’ambiente, la lotta all’inquinamento, lo sviluppo di opportunità economiche, la sicurezza. La Torino universitaria deve avere residenze accessibili a tutti, per garantire il diritto allo studio.

 

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Redazione Tecnica

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