Riqualificazione urbana: il senso dei Patti per il Sud

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16 accordi complessivi in preparazione, di cui 6 già stipulati: si tratta dei Patti per il Sud tra Governo e Regioni o Città Metropolitane, ovverosia accordi bilaterali previsti dal Masterplan per il Mezzogiorno presentato alla fine del 2015 per la realizzazione di una serie di interventi di sviluppo nei vari territori. Si tratta di accordi che allineano risorse già assegnate con precedenti strumenti di programmazione o disponibili, provenienti da Por e Pon 2014-2020, Fondo di sviluppo e coesione (Fsc), Piani di azione e coesione (Pac) e Programmi ordinari di convergenza (Poc). I patti permettono di spendere in maniera immediata le risorse in questione per progetti che le Regioni o le Città metropolitane individuano come “prioritari”.

Patti per il Sud: le risorse disponibili

L’idea renziana è quella di “far ripartire il Sud entro due anni” attraverso la riqualificazione urbana, e la tutela di infrastrutture, sicurezza, scuole, beni culturali. Eppure, nonostante ciò e il forcing costante proveniente dal Governo, sindaci e governatori, in conversazioni riservate, (così almeno riporta il quotidiano La Stampa) non sono entusiasti dell’operazione. Dal dossier in mano alle Regioni emerge che i fondi per il Sud sono incerti e calanti, manca un piano generale, le competenze operative sono accentrate a Roma. Nubi si addensano pertanto sui Patti per il Sud. Ma analizziamone alcuni nel dettaglio.

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Campania

La prima a sottoscrivere il programma di rilancio con il Governo è stata la Regione Campania, che potrà spendere circa 9,5 miliardi di euro. Tra le azioni portate avanti si allineano l’avvio e il completamento di interventi per la realizzazione e il miglioramento delle infrastrutture di trasporto. Inoltre sono in partenza iniziative per la gestione dei rifiuti, la messa in sicurezza dei territori a rischio idrogeologico, la bonifica di ex aree industriali e una serie di piani di sviluppo produttivo.

Calabria

4,9 miliardi di euro di disponibilità: contribuiranno a finanziare la messa in sicurezza del territorio con interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico e di erosione costiera, le bonifiche, l’antisismica e i sistemi depurativi.

Basilicata

A disposizione affiorano circa 4 miliardi di euro che saranno spesi prevalentemente per le infrastrutture ferroviarie e stradali, ma anche per gli investimenti sulla banda larga, scuola digitale e cartella sanitaria elettronica. In previsione anche la messa a norma dei depuratori e una serie di investimenti (circa 50 milioni di euro) per Matera, che nel 2019 sarà capitale europea della cultura.

I prossimi Patti

Entro il mese di giugno verranno siglati anche i Patti con Puglia, Sicilia, Sardegna, Abruzzo, Molise, oltre a quelli con le città di Napoli, Bari, Cagliari e Taranto (mentre sono già operativi quelli con Palermo, Catania  e Reggio Calabria). Le risorse disponibili saranno assegnate mediante una delibera del CIPE, la quale definirà anche i meccanismi per il trasferimento e i casi di revoca dei finanziamenti. Regioni e Città Metropolitane saranno tenute infine a condurre delle verifiche periodiche sullo stato di attuazione e valutare eventuali necessità di rimodulazione degli accordi.

articolo a cura di g.a.

Redazione Tecnica

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