Sanzioni Inarcassa ritardato pagamento: bocciata la Riforma

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Il Ministero del Lavoro ha bocciato la riforma del sistema di sanzioni Inarcassa. La revisione del sistema di penalità per chi paga in ritardo i contributi incentiverebbe gli iscritti a non pagare e metterebbe in pericolo la stabilità delle finanze pubbliche, sostiene il Ministero. Comunque, l’intenzione dei vertici della Cassa è di portare qualche aggiustamento alla riforma del sistema sanzionatorio e riproporla nelle prossime settimane.

A febbraio il Comitato dei delegati Inarcassa aveva approvato un provvedimento in cui avviava il taglio delle sanzioni: da un 2% mensile a un sistema progressivo, come illustrato di seguito:
– 0,5% il primo anno di mancato pagamento,
– 1% il secondo anno,
– 1,5% il terzo,
– 2% il quarto anno.
Dal quarantanovesimo mese di ritardo si applicherebbe un’aliquota annuale del 60% fisso.

In questo modo, solo i recidivi finiranno per pagare la sanzione piena. Chi sconta un’impossibilità temporanea avrà invece tutto il tempo di recuperare. Gli iscritti avrebbero inoltre diritto a un “bonus”: potranno tagliare le aliquote di un 50% ulteriore per i contributi scaduti pari o inferiori a 10mila euro, del 30% fino a 15mila euro, del 20% fino a 20mila euro. Viene tutelato chi ha un monte di debiti di importo limitato.

Il sistema proposto non risolve il problema nel merito: se un professionista non lavora e non ha i soldi, non li ha per un lungo periodo e non può pagare. Il problema (che Inarcassa non sembra voler risolvere) è che non paga perché non può, non perché non vuole.

Comunque, l’assetto è stato bocciato dal Ministero del Lavoro. Questo non significa che la riforma salterà del tutto. Inarcassa verificheranno i punti deboli della Riforma e la riproporranno, ma l’impianto e le intenzioni  rimarranno quelle.

Redazione Tecnica

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