Formazione obbligatoria FER: il rebus del Milleproroghe

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Avranno un maggiore lasso di tempo le Regioni per attivare i programmi di formazione obbligatoria per gli installatori di impianti alimentati ad energia rinnovabile (FER). A delineare ciò è una modifica all’art. 15 del d.lgs. 28/2001 (come modificato dalla legge 90/2013) contenuta in un emendamento al decreto Milleproroghe approvato dalla Camera il 10 febbraio.

Il nuovo termine (fissato in un primo momento al 31 dicembre 2013 e poi posticipato al 4 agosto 2016) scadrà il 31 dicembre di quest’anno. Dietro a quello che pare un semplice slittamento di una data, si nasconde un nodo complesso, che rischia (se non approvato in via definitiva) di congelare l’intero settore.

Slitta così a fine 2016 l’obbligo per le Regioni di introdurre corsi di formazione per gli installatori di impianti a fonti rinnovabili. In questo modo viene messa a rischio la partenza dei corsi obbligatori nel corso di quest’anno:  senza di essi, da agosto, potrebbe diventare impossibile esercitare il lavoro, da parte degli installatori, nei territori (praticamente tutte le regioni italiane) che non si sono ancora messi in regola.

Ma come si è arrivati a questo punto? Piccolo riassunto delle puntate precedenti: il decreto 28/2011 (emanato in attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili) stabiliva una filiera di requisiti per gli installatori di impianti ad energia rinnovabile (80mila imprese coinvolte in Italia). Poi, la revisione effettuata dalla legge 90/2013 contribuiva a sancire che tutti gli installatori abilitati alla data del 4 agosto 2013 divenissero automaticamente qualificati. Tuttavia, al fine di mantenere l’abilitazione agli installatori era fatto obbligo di frequentare ogni 3 anni 16 ore di aggiornamento. Per tutti gli altri diveniva obbligatorio effettuare un corso di formazione di 80 ore (con esame finale) e proseguire con l’aggiornamento periodico.

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Ora la competenza relativa allo stabilire i programmi dei corsi spetta alle Regioni secondo lo standard formativo stabilito dalla conferenza Stato-Regioni. Tuttavia, con l’eccezione di Lombardia, Piemonte, Veneto e Liguria, nessuna Regione si è messa in regola. Risulta evidente, pertanto, che il termine del 4 agosto 2016 sia ora troppo ravvicinato perché le Regioni possano realmente mettersi al passo con i tempi, conseguentemente consentendo a tutti i tecnici di rispettare l’obbligo di legge.

«Stando così le cose – afferma Guido Pesaro, responsabile nazionale CNA per l’installazione degli impianti – il rinvio della scadenza contenuta nel Milleproroghe è vitale. Il rischio, infatti, è che a partire da agosto i tecnici che operano nelle Regioni dove non sono stati attivati i corsi di formazione non sappiano più come muoversi. Tutti fuori legge, ma per un’inadempienza che non dipende da loro. Senza contare che, per chi lavora a cavallo fra due territori, l’uno adempiente e l’altro no, il rischio che gli venga impedito di operare o peggio che il lavoro effettuato possa essere contestato, con tutte le sanzioni del caso, è reale”.

Redazione Tecnica

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