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I Giovani Architetti Italiani denunciano un Sistema assente

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Protesta Giovani Architetti Italiani

Con l’articolo che riportiamo sotto i Giovani Architetti Italiani vogliono denunciare la loro situazione di incertezza. La precarietà costituisce una grande fattore di instabilità e la meritocrazia non esiste. Riportiamo di seguito l’appello di GiArch, Coordinamento nazionale dei giovani architetti italiani. Sabato 24 marzo dalle 9.30 alle 13.00 a Expoedilizia (Fiera di Roma) si terrà un question time sulle principali criticità del sistema italiano rispetto alle Professioni e ai giovani professionisti.

 

“La giovane libera professione oggi
Subiamo la precarietà lavorativa, l’instabilità economica, la meritocrazia non esiste. Nel lungo periodo questi fattori sono andati a incidere anche pesantemente sulle aspettative di vita di molti di noi. Aggiungiamo poi che chi ci rappresenta o ci vorrebbe rappresentare non è interlocutore
credibile. Il mondo politico ha disatteso la nostra fiducia, i sindacati considerati parte sociale dal Governo non sono riusciti negli ultimi anni, anni di crisi per tutto il comparto edilizio, a migliorare la situazione attuale. Anche gli Ordini e il Consiglio Nazionale non sono stati sufficientemente forti da farsi sentire e ora che non hanno più leggi a suffragio di buona parte del loro operato sono inutili.

Quale futuro?
La crisi economica che stiamo attraversando rende indispensabile affrontare il problema della precarietà e del sostegno ai giovani a 360° non solo per i lavoratori dipendenti, ma anche per i professionisti italiani che rappresentano nel nostro panorama economico il 15,1% del PIL regolare, con un giro d’affari totale che si aggira sui 195 miliardi di euro.
Infatti In questi ultimi anni il calo del fatturato ha numeri da brivido, toccando un indice negativo di quasi il 40% e quasi il 20% degli studi professionali stanno per chiudere i battenti. Dai dati rilevati (CNEL rapporto sul mercato del lavoro 2009/2010) la crisi in Italia in questo comparto specifico è molto più grave rispetto alla media europea. Recenti studi hanno affermato che tale crisi ha colpito inesorabilmente i giovani, soggetti ovviamente più svantaggiati, rispetto ai colleghi più “anziani” che hanno la possibilità di avere studi professionali più conosciuti dal mercato e quindi più resistenti alle intemperie della crisi.
Nonostante queste premesse, molti laureati hanno ancora come sogno l’apertura di uno studio proprio, che rappresenta il coronamento del percorso di studi e molto spesso l’avverarsi del sogno di una vita.
Senza dubbio in questo particolare momento per essere un professionista occorre avere una buona dose di intraprendenza oltre a una discreta disponibilità economica visti i costi necessari per affittare o acquistare e allestire lo studio e dotarsi di tutte le attrezzature necessarie. Crediamo che questo non debba essere un paese per ricchi, ma un paese equo, che sostenga l’imprenditorialità e le libere iniziative di giovani capaci, che hanno il coraggio di scommettere su se stessi e la loro professionalità .
Oggi, purtroppo, il “sentirsi giovani” è legato esclusivamente alle condizioni di precarietà e indipendenza economica cui ci relega il mercato del lavoro per cui non sussiste più alcuna correlazione tra età dichiarata sui documenti e quella che effettivamente ci si sente. A oggi alla realtà sindacale dei liberi professionisti non corrisponde una vera azione politica e sociale in campo. La situazione contingente è invece che esiste, di fatto, una realtà professionale che fino a 20 anni fa non aveva senso di esistere: quella di centinaia di migliaia di giovani professionisti che per lavorare sono costretti ad aprire partita iva per esercitare di fatto un lavoro di tipo dipendente, con orari e compiti prestabiliti, in altri studi professionali già avviati. L’università riversa ogni anno nel mondo del lavoro migliaia di nuovi laureati che realmente non potranno trovare in questa città, e in Italia, lo spazio adeguato ad esercitare la professione, poiché il numero degli architetti è oltremodo fuori misura e per non parlare del numero di geometri e ingegneri che di fatto svolgono il nostro lavoro.
Molte volte si sente parlare dalle istituzioni di una sorta di “instabilità accettata”: questa instabilità non è “accettata” dalle nuove generazioni ma subita. Il fatto di ritenerla accettata risulta un’impostazione piuttosto grave, così come l’affermare che stage non retribuiti e lavori coercitivamente a partita IVA siano ritenuti “positivi”. In ugual modo tutti concordiamo sul fatto che la flessibilità è un valore aggiunto in un sistema del lavoro che funziona. Quando essa diventa sinonimo di precarietà e non viene suffragata da misure di sostegno al reddito per le nuove famiglie ovvio che la flessibilità non è un fattore positivo nell’attuale sistema lavorativo nazionale.
Dato estremamente importante che emerge tra i Giovani Professionisti è la totale perdita di fiducia nel sistema fruttuoso della meritocrazia. All’interno delle varie discussioni nella categoria questo è sicuramente il dato più importante: le nuove generazioni hanno perso fiducia nel futuro. Credono però nell’associazionismo e nella possibilità di costituire una coscienza sociale.

Il Coordinamento Nazionale GiArch è nato per creare un filo conduttore tra giovani professionisti e mondo del lavoro, sviluppare un network condiviso per portare avanti un progetto comune di rinnovamento della cultura architettonica sul territorio italiano attraverso le iniziative nazionali e delle singole associazioni che fanno parte del GiArch e che vogliono promuovere occasioni di confronto con le istituzioni per affrontare una società in perenne cambiamento.

 

Gli argomenti del convegno
Il Convegno sarà un “question time” in cui si evidenzieranno alcune tra le principali criticità del sistema italiano con gli interlocutori più autorevoli delle Professioni Tecniche, cercando di individuare soluzioni percorribili.

Riforma delle professioni. Entro agosto 2012 o le professioni si riformeranno o saranno riformate. Questo il testo del DL 138/2011. Gli Ordini esisteranno ancora? Come saranno riformati? La deontologia sarà demandata a terzi? Le associazioni prenderanno il loro posto? Le istanze della base saranno ascoltate? E quelle dei giovani? I nostri rappresentanti istituzionali, i sindacati, come stanno affrontando con il Governo il punto?

Tariffe. In Germania dopo un anno le hanno reintrodotte, il mercato era pressochè impazzito, da noi cosa capiterà? Senza dare un’indicazione al cliente di quello che può essere una cifra ragionevole per una prestazione qualitativamente accettabile, cosa ci possiamo aspettare? E‘ giusto? Va nella direzione del cliente? Per le Opere Pubbliche si è già visto che i bassi prezzi non rappresentano affatto un vantaggio per le medesime- Capita infatti che a fine lavori, proprio per la qualità delle prestazioni fornite, bassa, come il compenso, tra perizie, riserve e contenziosi, si trovano a spendere più di quanto abbiano “risparmiato” e con opere di scarsa qualità.

Previdenza. Lo Stato riuscirà ad accorpare le casse private all’Inps? Le riforme legislative degli ultimi mesi stanno provando ad andare in questa direzione obbligando ad acrobazie attuariali le Casse in 3 mesi a dimostrare la sostenibilità del sistema pensionistico che è stato portato da 30 a 50 anni. Tutto questo ovviamente senza poter disporre delle rendite del patrimonio immobiliare che sono il fondamento del sistema previdenziale privato per dimostrarlo. Ma i diretti interessati si oppongono. Quale il futuro per i giovani? Avremo ancora una pensione? Il sistema contributivo
rappresenterà veramente una soluzione? Tirocini e formazione. La formazione obbligatoria come viene vista dai giovani? Un’opportunità di crescita od una limitazione per i giovani con pochi capitali da investire? Il tirocinio non retribuito per sei mesi è una soluzione accettabile per un giovane ultraventenne?

Competenze professionali. Occorrerebbe che il legislatore chiarisca punti che sono fonti di contenziosi da oltre 60 anni. La progettazione dev’essere facoltà di tutti o solo degli architetti come capita in Spagna ed in Francia?”.

GIARCH
Gruppo di lavoro sulle Professioni

 

Dove e quando si svolgerà il convegno?
Sabato 24 marzo dalle 9.30 alle 13.00 a Expoedilizia, Fiera di Roma
Entra in fiera a prezzo scontato.


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4 Commenti

  1. maledetto sia il giorno che ho scelto architettura . ho 35 anni e se potessi tornare indietro farei tutt’ altro .. Grazie comunque a tutti coloro che hanno portato me ad invidiare il reddito di idraulici ed elettricisti , e a vergognarmi con serenità e con umiltà di essere italiano .

  2. @ gianni de biase

    E invece hai scelto una materia bellissima.

    Un piccolo consiglio da un collega ingegnere con qualche anno di espeienza: mettiti nella condizione di essere un professionista “utile” per qualcuno. Non esporre le tue competenze ma confida in un prodotto/servizio da presentare.
    Di cui ovviamente le tue competenze sono parte fondante.

    Non pensare che il lavoro nasca dagli obblighi per l’eventuale cliente ma pensa all’utilità che può derivare da un certo prodotto/servizio.
    Il lavoro nasce da questa condizione anche se l’obbligo può avviare tale processo.

    Saluti

  3. fortunatamente non ho scelto architettura,studio ingegneria edile rendendomi conto che dopo 3 anni buttato in uno studio facendo pratica imparando il mestiere mi sono reso conto che molti giovani come me laureati in architettura ma come ingegneria edile,civile,edile architettura non offrono possibilità lavorative per lavorare devi metterti in proprio sperando che ti vada bene ma servono tantissimi soldi iniziali studio ditta costruzione o semplice progettista ma i soldi ne servono e parecchi……..poi sperare di superare un concorso pubblico per qualche comune bhe in italia impossibile,lavorare per qualcuno solo se ti apri la partita iva e quel poco che guadagni le paghi di tasse,se non fosse per i genitori noi giovani moriremo di fame ma pultroppo i genitori non sono eterni. Infatti a distanza di anni mi prenderò una seconda laurea e andrò all’estero visto che questa nazione ormai è fallita su su tutto non solo il disagio lavorativo giovanile.

  4. Bisogna denunciare: per legge un geometra non può firmare alcun progetto ove è prevista la presenza di persone… il geometra è nato per fare stime e misurare i terreni.
    Per tutto il resto ci sono ingegneri e architetti

    Maledetto lassismo all’italiana: fa le leggi ma nessuno le fa rispettare!!

    Forza ragazzi laureati non mollate ma denunciate!!!

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