Scuole innovative, un futuro da cogliere: ecco come fare

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Decolla il progetto Scuole Innovative, iniziativa finanziata dalla Buona Scuola, entrata in vigore lo scorso 16 luglio con la legge n. 107/2015. Il 15 ottobre è infatti scaduto il termine entro cui le Regioni dovevano dare comunicazione  al MIUR delle aree candidate a ospitare la costruzione di Istituti altamente innovatiti, per i quali l’Inail stanzierà 300 milioni di euro che andranno ad unirsi alla partecipazione degli enti locali.

Per il progetto Scuole Innovative per ogni Regione ci sono un massimo di cinque aree per le quali  il Ministero dell’Istruzione indirà uno specifico concorso a procedura aperta per raccogliere proposte progettuali relative agli interventi individuati.
Tale concorso sarà una grande fucina di idee con l’obiettivo di realizzare modelli di edilizia scolastica innovativa dal punto di vista architettonico e tecnologico che garantiscano ambienti di apprendimento per una nuova didattica e che possano essere presi come esempio per una rinnovata Normativa tecnica attualmente ferma dal 1975.

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I progetti saranno valutati da una commissione di esperti che si riunirà nei primi mesi del 2016,  tra i quali figurerà anche la Struttura di Missione per l’Edilizia scolastica istituita dalla presidenza del Consiglio dei ministri,  comunicando  al MIUR, per ogni area di intervento,  i primi tre classificati ai fini del finanziamento.

Si attende la metà di novembre per scoprire il bando del concorso al quale sarà allegata la lista finale delle proposte e delle aree disponibili. Ogni progettista potrà scegliere l’area per la quale concorrere.

L’opportunità che si crea con il progetto Scuole Innovative è quella di porre le basi per un’ampia visione di riqualificazione e riuso delle città in cui l’aggiornamento del patrimonio edilizio scolastico funge da elemento propulsore, intendendo le scuole come luoghi di aggregazione e collegamento tra periferie e centri urbani, coerenti con le nuove necessità degli studenti e metodologie per la didattica.

Restiamo dunque in attesa degli ulteriori sviluppi  di quella che è la prima opportunità, all’interno di una legge italiana, per un concorso di architettura di realizzare un nuovo modello di edificio.

 

Francesca Corazzin

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