
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del d.lgs. 102/2014, il legislatore ha ritenuto opportuno regolamentare la contabilizzazione del calore negli impianti di riscaldamento centralizzato più diffusi, con l’intento di ottenere il maggior risultato possibile in termini di risparmio energetico ed economico per l’utente e per lo Stato.
L’intenzione è chiara: gli edifici più datati rappresentano la maggioranza dello stock immobiliare, pertanto la contabilizzazione individuale va implementata prima possibile. Nelle maggiori città italiane il 17% delle famiglie risiede in edifici costruiti prima del 1950, mentre il 60% delle famiglie vive in edifici costruiti tra il 1950 e il 1989. Si tratta di milioni di famiglie. In quei decenni, il tema dell’efficienza energetica non era molto sentito e la priorità di progettisti e imprese di costruzione non era certo la coibentazione dei muri esterni degli edifici né l’isolamento delle tubazioni degli impianti termici. Le tecnologie nel settore edile lasciavano alquanto a desiderare.
Negli impianti costruiti fino agli anni ’80, quelli a distribuzione verticale, le unità immobiliari ricevono il fluido termovettore dai diversi montanti che servono i locali di ogni piano dell’edificio posti sulla stessa colonna. In questa tipologia di impianti la forma applicabile per la misurazione individuale del calore è la contabilizzazione indiretta, resa possibile dall’installazione dei ripartitori di calore e delle valvole termostatiche su ogni radiatore.

A partire dagli anni ’80, invece, la distribuzione utilizzata negli impianti termici centralizzati è stata quella ad anello, in cui è possibile intercettare la mandata e il ritorno per ogni unità immobiliare. Questa tipologia impiantistica si presta all’implementazione della contabilizzazione diretta mediante l’inserimento, al punto di consegna, di un contatore di calore. Questo strumento misura il calore assorbito o rilasciato dal liquido di trasmissione circolante, consentendo di misurare il prelievo di energia termica di un’intera unità immobiliare.
Anche stimando tra il 25 e il 30% la quota di edifici che ad oggi hanno già implementato la contabilizzazione del calore individuale, l’Italia deve ancora adeguare una porzione enorme dello stock immobiliare, calcolabile in circa mezzo milione di condomini, corrispondenti a circa 10 milioni di unità immobiliari.
Spero che leggendo il libro (che ancora mi deve arrivare), vengano affrontati i grossi lati negativi che presenta la contabilizzazione indiretta. Considerando il passato della Siemens (corruzione internazionale) e le odierne truffe della Volkswagen, la credibilità tedesca sta andando a rotoli. La Germania sta gestendo l’Europa tramite lo strumento delle direttive in modo tutto favorevole alle sue industrie e questo è un forte motivo per dubitare della stessa contabilizzazione. Staremo a vedere gli sviluppi di questa situazione.
non è chiaro se i contabilizzatori sono obbligatori per impianti ad anello costruti prima degli anni 90, che credo essere il caso del mio condominio
Gentile Federico, risponde al suo quesito Roberto Colombo: “La contabilizzazione individuale del calore è obbligatoria in qualsiasi condominio o edificio polifunzionale, indipendentemente dall’anno di costruzione. La modalità di distribuzione del fluido termovettore (ad anello oppure a colonne montanti) determina solo il tipo di contabilizzazione da installare. Normalmente, in impianti ad anello si implementa la contabilizzazione diretta tramite contatermie per ciascuna unità immobiliare”.
nel mio condominio è utilizzata la contabilizzazione diretta con l’utilizzo di contatermie, la temperatura negli appartamenti è regolata da un termostato.
E’ possibile (e utile) migliorare il risparmio energetico applicando comunque le valvole termostatiche, per poter gestire il fabbisogno di calore in ogni singola stanza anziché da un unico termostato?
Gentile Paolo,
risponde al suo quesito Roberto Colombo: “Certamente. La valvola termostatica sul singolo corpo scaldante consente un’impostazione puntuale della temperatura per ogni locale, in modo da adeguarla all’uso che si fa del locale stesso (e al comfort che si vuole ottenere). Ad esempio, al radiatore della cucina non è richiesto lo stesso funzionamento di quello in bagno; inoltre, la valvola consente di abbassare la temperatura di un determinato locale se viene usato poco. Ci sono però due cose importanti da ricordare: 1) anche se non si utilizza un locale, è bene evitare di chiudere completamente la valvola termostatica, per evitare che la temperatura si abbassi troppo e si formino muffe sui muri; 2) gli oggetti solidi (muri e mobili) impiegano molto tempo a scaldarsi e a raffreddarsi, quindi per ottenere un maggior risparmio è consigliabile evitare di cambiare in continuazione l’impostazione della testina termostatica”.
In un palazzo con centralizzato, i distaccati con sentenza che obbliga al solo mantenimento dell’impianto, a cosa sono tenuti a partecipare con la nuova legge? Studi di progettazione? Variazioni all’impianto generale come pompe o altro? Successive spese sul consumo di carburante?
Rispondi.
Il distaccato partecipa a tutte le spese di carattere straordinario e per il mantenimento dell’impianto secondo le norme vigenti. Infatti, la Riforma del Condominio (Legge 11.12.2012 n. 220) introduce un nuovo comma all’art. 1118 del Codice Civile, in base al quale il condomino può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento, a condizione che dal suo distacco non derivino squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri condomini. In tal caso è previsto che il distaccante concorra al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto e per la sua conservazione e messa a norma
e se un distaccato ha pattuito in assemblea un diverso contributo alle spese straordinarie rispetto alla normativa citata?
Nel caso in cui in uno stabile di 10/15 appartamenti tutti di proprietà della stessa persona, quindi di fatto non vi è alcun CONDOMINIO, è obbligatoria la ripartizione del calore?
La contabilizzazione individuale del calore deve avvenire in tutti i casi in cui le spese vadano ripartite tra due o più soggetti. Poco importa che la proprietà sia in mano a un’unica persona: immagino che abbia affittato le unità immobiliari, pertanto se il riscaldamento è centralizzato l’edificio deve adeguarsi al 102/14.
Il condomino distaccato deve partecipare alle spese per l’acquisto e l’applicazione delle valvole termostatiche degli altri condomini che invece usufruiscono del centralizzato? Se si qual’è il riferimento normativo? Ed in che misura?
Domanda: un condominio di 3 unità immobiliari con impianto centralizzato ha sempre diviso i consumi e quindi la spesa per 3 indistintamente…,può continuare a farlo visto che sono tutti d’accordo?…sono obbligati alla redazione della pratica energetica ai sensi del 102/2014?
Condominio. Costruzione 2012. Sei appartamenti. Riscaldamento centralizzato a pavimento, ma autonomo. Ognuno può regolarsi la temperatura che vuole oltre ad esserci più termostati in ogni appartamento per regolare temperatura differenziata tra soggiorno, camera e bagni.
Ogni appartamento ha già un contabilizzatore per consumo acqua calda che serve per il riparto costi riscaldamento e acqua calda sanitaria.
Che cosa tecnicamente bisogna aggiungere alla centrale termica?
Salve, io abito e sono proprietario di un appartamento in condominio di recente costruzione (2009) caldaia centralizzata ma ad ogni piano ogni unità abitativa e installato un contacalorie per ogni appartamento sia per
Il riscaldamento che per l’acqua calda , quindi chiedo se anche noi dobbiamo fare delle modifiche ? Stando alla legge? In attesa ringrazio
A quanto sembra il suo condominio rispetta le norme vigenti. Per la ripartizione delle spese dovrete adeguarvi all’articolo 5 del d.lgs. 141/2016
Sono Mario, abito all’ultimo piano di un condominio costruito negli anni 70 (1975) con impianto termico centralizzato alimentato a metano. I palazzi non hanno tetti ma terrazzi non coibentati e sono prini di cappotti termici. Durante l’inverno debbo sempre litigare con l’amministratore per avere almeno 18 gradi in casa che diventano 19 nelle giornate tiepide e piene di sole.
Nell’installare le valvole termostatiche, anche quelle più intelligenti come faccio ad avere i 20 gradi nelle giornate più fredde? L’eventuale risparmio del condominio come sarà ripartito? L’amministratore mi dice che debbo preparmi a pagare anche l’80% in più. Ma se pago il doppio di ciò che pago adesso significa che inquino il doppio. Può chiarirmi, cortesemente, come mi debbo comportare?
Le valvole termostatiche consentono di impostare la temperatura individualmente su ciascun radiatore, ma non possono alzare temperatura del liquido che circola nell’impianto centralizzato. Se i suoi radiatori non sono abbastanza caldi, il conduttore della vostra centrale termica dovrà probabilmente aumentare la temperatura di mandata, sempre che sia possibile farlo. Il problema però sembra più legato alle dispersioni: il fluido termovettore circola alla temperatura corretta, ma le unità immobiliari esterne hanno elevate dispersioni. L’unica soluzione è la coibentazione del terrazzo, che limiterebbe le dispersioni dell’edificio e quindi tutti ne trarrebbero vantaggio.
Inoltre, sarebbe importante sapere se (e come) viene fatto il bilanciamento dell’impianto. Se le valvole termostatiche che avete installato sono del tipo senza pre-regolazione e se non sono stati previsti sistemi di bilanciamento, allora è probabile che il fluido termovettore arrivi ai piani alti in ritardo e con fatica. Si consiglia l’intervento di un professionista termotecnico competente per fare una valutazione del bilanciamento.
La legge rende obbligatorie le valvole per consentire di ridurre gli sprechi laddove ci sono (ad esempio ai piani centrali), ma sono solo il primo passo che deve portare al miglioramento dell’involucro edilizio.
La ripartizione delle spese va fatta in accordo con il d.lgs. 141/16, articolo 5
In realtà le valvole non sono state installate per cui le chiedo se il condominio può ottenere uma deroga in attesa di coibentare terrazzi e pareti il cui costo è altissimo e al quale va aggiunto il costo e la gestione delle elettrovalvole.
Se nel mio appartamento, a causa dei problema sopra descritti, non si raggiungono i 20° chi paga in costo delle elettrovalvole e il disagio causato dal freddo?
Grazie mille
La direttiva europea 27/2012 e i decreti italiani che l’hanno recepita (102/14 e 141/16) impongono l’installazione obbligatoria della contabilizzazione (cioè ripartitori + valvole termostatiche) entro il 31-12-2016. Lo stato dell’edificio non è rilevante per queste leggi perché il primo passo deve essere quello di misurare e regolare l’emissione di calore.
Eventuali interventi sull’involucro edilizio sono per ora consigliati ma non obbligatori.
Il costo dei prodotti e dell’installazione è a carico di ciascuna unità immobiliare.
Una temperatura troppo bassa, così come qualsiasi altro disagio / malfunzionamento, devono essere riportati all’amministratore che incaricherà il conduttore della centrale termica per le dovute verifiche e tarature.
Tenga presente che un serio professionista termotecnico saprà consigliarvi sugli attuali sistemi per isolare sottotetti o terrazzi, che non sono poi così onerosi e che beneficiano delle detrazioni fiscali.
Salve, sono Michele, abito in un condominio di 4 appartamenti, UNICA caldaia ma SEMIcentralizzato, ovvero ognuno ha una sua pompa con conta-ore che accende e spegne quando vuole. Paghiamo una quota del 40% fissa equamente ripartita, il restante in base al consumo di ognuno.
Detto questo, domando alla redazione: dobbiamo adeguarci comunque?
Sto cercando di capire nel dettaglio CHI e PERCHE’ deve adeguarsi visto che si parla di impianti centralizzati…
Perdonate la domanda ma non mi sono chiari ancora parecchi aspetti.
Grazie
Salve. Sono Valentina . Abito in un appartamento di recente costruzione 2010. Impianto centralizzato solo per acqua calda più panelli solari , dove ciascun appartamento ha un contattore per acqua fredda più un sottocontattore per acqua calda (consumo già compreso nel acqua fredda) con riscaldamento autonomo e termostato.
DOMANDA: Dobbiamo adeguarci anche noi ?
Grazie
impianto nato fine anni 70 a mono tubo con termoconvettori, quindi impossibile l’utilizzo delle valvole termostatiche. impianto centralizzato situato in punta allo stabile alto otto piani e lungo per dodici scale
con difficoltà già ora di circolazione
come la risolviamo con le valvole termostatiche
Grazie