ArtBonus strutturale al 65%? Il ministro Franceschini ci prova…

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L’Italia non è un paese di mecenati? La risposta non è così facile da dare: nel frattempo è la legge che prova a contribuire al tentativo di incentivare in maniera sempre più accentuata un fenomeno potenzialmente virtuoso. La Legge di Stabilità trasformerà l’ArtBonus da misura triennale e temporanea a norma definitiva con una stabilizzazione del credito d’imposta annuo al 65% (invece del previsto decalage al 50% per il 2016).

Ricordiamo che l’ArtBonus è una misura introdotta lo scorso anno mediante il c.d. Decreto Cultura (convertito tramite la legge 29 luglio 2014, n.106) ed è rivolta alle persone fisiche, agli enti non commerciali e alle soggetti titolari di reddito d’impresa che intendono fare donazioni in denaro alla cultura destinandole ad interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, ai teatri pubblici e alle fondazioni lirico sinfoniche.

Il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha confermato la notizia della stabilizzazione al scorsa settimana durante un incontro a Roma a porte chiuse con una ventina di aziende (tra gli altri da Bnl, Eni, Tod’s, Pirelli). La sfida dell’ArtBonus è ben posizionata al centro dell’agenda del ministro.

Leggi l’articolo Il Decreto Cultura è legge: ora l’ArtBonus passa alla prova dei fatti.

Lo strumento, nel corso dell’anno di applicazione appena trascorso, non ha avuto un successo travolgente: l’unica grande operazione porta infatti fino ad ora la firma di UniCredit che ha donato 14 milioni di euro per il restauro dell’Arena di Verona. Altre sparute iniziative si sono affastellate con fortune alterne (a causa di “secche” burocratiche ed ostacoli legali).

È necessario rammentare che ora grazie al nuovo sito governativo artbonus.gov.it sarà da oggi più facile utilizzare l’agevolazione introdotta dall’art. 1 del decreto legge 83/2014 (Decreto Cultura). Inoltre sarà più agevole individuare gli interventi da sostenere, i beneficiari e gli adempimenti necessari. Per approfondire il tema consulta l’articolo ArtBonus: operativo il portale che illustra le modalità di utilizzo.

Ma qual è il punto di vista delle grandi aziende potenzialmente interessate ad implementare lo strumento dell’ArtBonus? Queste ultime chiedono semplificazione, stabilità della norma e interlocutori al ministero. “Per sostenere istituzioni e progetti culturali ci vuole una progettualità nel tempo” spiega Antonio Calabrò, “senior advisor” cultura di Pirelli. “L’ArtBonus dovrebbe valere anche per le istituzioni private che svolgono una funzione pubblica. E poi, bisogna allagare il credito d’imposta anche alle donazioni a sostegno del contemporaneo, senza trascurare i musei e gli archivi d’impresa che rappresentano la memoria industriale del nostro paese”. Armando Branchini, vicepresidente di Altagamma, afferma: “E proprio la creatività del presente è alla base di tutta la filiera del lusso e va sostenuta”.

Inoltre, a parere di Michele Coppola, responsabile dei beni archeologici e artistici di Intesa Sanpaolo, “bisognerebbe prevedere donazioni non solo in denaro ma anche attraverso interventi di diversa natura”.

Redazione Tecnica

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