Efficienza energetica: il virtuoso percorso del recupero del costruito

Scarica PDF Stampa

Attualmente l’edilizia è responsabile di circa il 40% del consumo di energia e di un terzo delle emissioni di anidride carbonica: proprio per tale motivo l’Unione Europea ha individuato l’edilizia stessa come settore-chiave per la crescita intelligente e sostenibile attraverso lo sviluppo di strategie e strumenti per rendere gli edifici energeticamente più efficienti e confortevoli.

Le tecnologie, i sistemi, i materiali e le conoscenze per costruire o risanare abitazioni garantendo il comfort e la riduzione dei consumi al momento esistono. E questo si configura come un primo fondamentale “step” già intrapreso. Ora è necessario effettuare il secondo, ulteriore passaggio: recuperare e riqualificare il costruito. È proprio questa la grande sfida che ci attende nei prossimi 2 decenni, con il trend della riqualificazione (soprattutto energetica) che deve essere rafforzato, accelerato ed intensificato alla luce dei i principi del “deep building renovation”.

Al fine di approfondire questo fondamentale tema, Maggioli Formazione presenta il seminario, rivolto a tutti i professionisti tecnici, che si terrà il prossimo 23 giugno a Modena intitolato Innovare l’involucro – ottimizzare il comfort e minimizzare i consumi (le iscrizioni online per garantirsi un posto in platea sono ancora aperte). A moderare l’evento sarà Norbert Lantschner, presidente della Fondazione ClimAbita e tra i massimi esperti di sostenibilità ed efficienza energetica del costruito. Tra i relatori sarà presente anche una delegazione di Knauf Insulation Italy rappresentata dall’Ing. Francesco Cavicchioli che effettuerà uno “speech” intitolato “Sistemi a cappotto e facciata ventilata – l’innovazione rispetto alla tradizione”. Per effettuare una piccola esplorazione su questo ed altri temi connessi, abbiamo raggiunto l’Arch. Mariateresa Favola, Marketing and Technical Manager di Knauf Insulation Italy.

La riqualificazione energetica nel nostro paese

Ediltecnico: Riqualificazione energetica del costruito: secondo Norbert Lantschner (intervistato dalla nostra redazione la settimana scorsa) il guaio del nostro Paese è che si parla tanto, ma si fa poco. Quale grado di verità raggiunge questa affermazione a suo parere? Esistono realtà interne che invece si muovono in direzione virtuosa e contraria?

Arch. Mariateresa Favola: Sicuramente mi sento di dire che si tratta di un quadro in evoluzione, il percorso della riqualificazione su indicazione europea propone e punta ad economie fondate su efficienza e rinnovabili. L’obiettivo è una grande sfida, si tratterebbe di una rivoluzione che in primo luogo è ostacolata dall’industria dei combustibili fossili. È evidente che un mercato potenziale di consumo consapevole e gestione dell’energia creerebbe un nuovo scenario economico, che in forma pulita sarebbe in grado di generare lavoro e nel contempo condizioni di vita più sostenibili. Non poco, direi, per il nostro futuro. Esistono tante industrie e attività virtuose che andrebbero incoraggiate e sostenute, ma è anche vero che le rivoluzioni passano attraverso ostacoli e lunghe battaglie: mi piace pensare, come tanti professionisti impegnati da anni in questo settore, che tutto ciò non sia solo un’utopia, ma qualcosa di raggiungibile e che gli sforzi e il lavoro di questi anni possano condurre alla concretezza “del fare” a livello globale ma soprattutto nel nostro Paese.

Mercato dell’edilizia: quale futuro?

E.: Il convegno di Modena sarà l’occasione per fare una riflessione sul futuro delle costruzioni e sul principio del “deep building renovation”. La riqualificazione energetica pare essere la via maestra per dare ossigeno e fare ripartire il settore dell’edilizia in Italia. Sul campo, oggi, ci sono agevolazioni fiscali e norme che favoriscono la semplificazione delle pratiche edilizie. Questo sarà sufficiente o è necessario dell’altro?

M.F.: Analizzando lo stato di fatto attuale ci accorgiamo che le superfici riqualificate di un edificio sono una minima percentuale di una costruzione (intorno all’1% del totale) con miglioramenti energetici del 15-20 %, molto raramente si interviene su un intero edificio. La cosiddetta “deep renovation” prevede invece una riqualificazione spinta con risparmi che arrivino al 60/90%: ciò significa che l’industria delle costruzioni è costretta ad  un cambiamento radicale, non è pensabile raggiungere risultati così ambiziosi senza agevolazioni e norme a sostegno, ma tutto dovrà essere pensato in relazione all’edificio inteso come sistema integrato fatto di impianti, di superfici, di materiali innovativi e corretto studio delle applicazioni.

Lo strumento delle agevolazioni fiscali deve poter godere di migliore fruibilità e soprattutto non deve agevolare solo determinati settori, anzi a dire il vero dovrebbe essere premiante per un meccanismo passivo come l’isolamento che non prevede impiego alcuno di energia ma solo risparmio; necessaria anche la possibilità di intervenire su edifici pubblici perché la rivoluzione energetica di cui parlavo in precedenza non riguarda il singolo cittadino ma le istituzioni e la comunità nella sua totalità. Come punto aggiuntivo, anche ce ne sarebbero molti altri, sottolineo la necessità di mettere in campo un sistema di credito agevolato con la creazione di fondi appositi (sia nazionali che Europei) capaci di garantire il ciclo economico della ristrutturazione.

Innovare l’involucro

E.: A Modena, il prossimo 23 giugno, interverrete al seminario-convegno “Innovare l’involucro – ottimizzare il comfort e minimizzare i consumi”: quale tema nello specifico andrete ad esplorare nel corso del vostro “speech”?

M.F.: Il tema trattato durante il convegno sarà il sistema di isolamento a cappotto in lana di roccia e l’isolamento perimetrale di facciata ventilata in lana di vetro, due sistemi altamente performanti che consentono di ottenere il massimo comfort abitativo sia d’inverno che d’estate. Con il sistema a cappotto in lana di roccia si otterrebbe un isolamento esterno ininfiammabile in classe A1 e un’elevata traspirabilità della parete esterna, oltre allo sfasamento termico originato dalla elevata massa del materiale, da sottolineare anche un rilevante isolamento acustico sempre grazie alle peculiarità del materiale e al tipo di applicazione esterna in grado di correggere anche i ponti acustici. La facciata ventilata in lana di vetro consentirebbe invece di progettare un vero e proprio sistema che sfrutta i principi della bioclimatica per ottenere importanti risultati di isolamento termico-dinamico, mantenendo asciutta la parete perimetrale. Il sistema di facciata ventilata offre la possibilità di forte creatività estetica di progetto, consentendo una lunga vita al muro esterno e garantendo allo stesso tempo salubrità e sicurezza (anche la lana di vetro è in classe  A1). Trattasi quindi di un sistema innovativo indicato sia per le nuove costruzioni ma molto utilizzato anche per la ristrutturazioni. Importante sottolineare anche la sostenibilità del prodotto in lana di vetro privo di formaldeide perchè frutto di innovativa tecnologia produttiva introdotta da più di 6 anni e che ha sostituito la formaldeide con una resina di origine completamente vegetale.

Redazione Tecnica

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento