Rivoluzione appalti: l’ANAC dice Basta! al massimo ribasso (e non solo)

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Massimo ribasso nelle gare d’appalto? No grazie! Potrebbe essere questo lo slogan per la riforma degli appalti pubblici, la cui legge delega sarà discussa in Parlamento nella prima settimana di giugno.

Tante e tutte importanti le novità che si profilano per la riforma degli appalti: un tentativo di mettere finalmente un freno alla torma di furbetti e corrotti che per anni ha approfittato di una legislazione ponderosa ma complicata (troppo complicata), piena di eccezioni, deroghe e contro deroghe: una giungla opaca e soffocante, nella quale il malaffare ha prosperato come un’infida malerba.

Di cosa stiamo parlando? Esattamente di un pacchetto di misure che prevede l’aggiornamento anno per anno dei prezzi standard, per evitare che i costi di realizzazione delle opere pubbliche lievitino mostruosamente nel corso dei lavori senza sapere il perché.

E ancora: stop alla pratica del massimo ribasso con il ritorno della centralità del progetto (che sia la volta buona?), maggiore trasparenza con il rafforzamento delle procedure digitali a discapito di quelle cartacee.

E una maggiore responsabilità sia per i commissari di gara sia per chi seguirà i progetti e i lavori delle opere appaltate. Saranno all’esame del Parlamento, infatti, anche le norme che prevedono il sorteggio dei commissari di gara per tutti gli appalti e la designazione di un direttore di cantiere per le grandi opere. Una misura questa che impedirebbe ai general contractor di avere mano libera per la scelta dei responsabili e che ha generato il sistema Perotti/Incalza al centro delle cronache delle scorse settimane.

A tutto questo si affiancherà un ulteriore rafforzamento dell’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Nello schema della riforma degli appalti è infatti previsto un incremento del potere di indirizzo e di vigilanza dell’ANAC che, novità, potrà intervenire non solo nella fase di aggiudicazione di una gara, ma anche a cantiere aperto.

Mai piu’ contratti senza gara di appalto

Ma la stretta sugli appalti si arricchisce di un altro capitolo. Sempre l’ANAC, infatti, ha decisamente respinto la richiesta dell’Azienda municipalizzata di Roma, che gestisce raccolta e smaltimento dei rifiuti, di procedere all’affidamento diretto del servizio per motivi di “urgenza”.

Il No dell’Autorità guidata da Cantone è stato categorico: le deroghe per motivi di urgenza non sono interpretabili. In questo caso, il rischio di interruzione del servizio paventato dall’AMA non dipende da un’emergenza improvvisa (che giustificherebbe la procedura di affidamento in deroga all’esecuzione della gara), ma a un ben più prosaica “mancanza di organizzazione e di programmazione” … un modo elegante quanto tranchant per denunciare l’incompetenza.

Dissesto idrogeologico: la rivoluzione passa anche da qui

Ma la riforma degli appalti pubblici passa anche dagli interventi di messa in sicurezza e tutela del territorio dal rischio di dissesto idrogeologico (leggi anche l’intervista a Carlo Malgarotto, presidente dell’Ordine dei Geologi di Genova: I Geologi non sono Cassandre … e forse qualcuno se ne sta accorgendo).

“Garantire trasparenza nell’affidamento degli incarichi per la realizzazione delle opere utili alla mitigazione del rischio idrogeologico è un’ulteriore svolta nel processo di messa in sicurezza del territorio”. A parlare è Gian Vito Graziano , presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi commentando la firma del Protocollo d’intesa avvenuta la scorsa settimana a Palazzo Chigi tra Ministero dell’ambiente , Ministero delle infrastrutture, Italiasicura ed Autorità nazionale Anticorruzione per monitorare e vigilare sugli interventi e le opere contro il dissesto idrogeologico .

“È necessario che le opere vengano progettate in tempi sicuri e soprattutto nella piena trasparenza degli incarichi – ha concluso Graziano – al fine di contrastare fenomeni di corruzione ai quali abbiamo assistito troppe volte in Italia come ampiamente riportato anche dalle cronache recenti”.

Per mettere in sicurezza il territorio c’è bisogno di tempi certi, procedure semplici e progetti fatti bene. Migliorare la qualità dei progetti è uno dei prossimi obiettivi della struttura di missione Italiasicura, al quale si sta intensamente lavorando. Elevati standard di qualità aiutano ad allontanare la probabilità che avvengano fenomeni corruttivi e soprattutto consentono di realizzare opere utili. Troppe volte i fenomeni di corruzione si sono accompagnati alla realizzazione di opere inutili e persino dannose”. Come dargli torto?

Mauro Ferrarini

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