TASI 2015: bollettini precompilati, un sogno troppo bello per essere vero

Marco Brezza 13/05/15
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Summer is coming… pare l’incrocio tra una frase benaugurante e la tagline di una nuova serie televisiva. In realtà, se osservato dal punto di vista dei contribuenti, l’arrivo dell’estate non è presagio di buoni eventi: manca infatti poco più di un mese alla scadenza del termine per il pagamento della prima rata della TASI (il 16 giugno, consulta in proposito il nostro articolo TASI 2015, il tutorial per il calcolo della base imponibile ed esempi), il tributo sui servizi indivisibili inserito all’interno della IUC (l’Imposta Unica Comunale), vero e proprio sostituito (di fatto) della vecchia (e odiata) IMU sulla prima casa. Ma il problema non è questo.

Stanno emergendo infatti problematiche in ordine all’invio di modelli di pagamento TASI preventivamente precompilati da parte dei Comuni. Procedura che secondo l’IFEL (la Fondazione per la Finanza e l’Economia Locale dell’ANCI) è nella pratica inattuabile.

Nella nota emessa ieri l’IFEL chiarisce la questione: la normativa in materia infatti non prevede alcun obbligo in tal senso. Un obbligo che tra le altre cose non sarebbe nemmeno facile da attuare per una serie di motivi. Ne elenchiamo 2 di rilievo:
1. L’invio dei modelli precompilati presuppone l’esatta conoscenza dei soggetti passivi, in astratto ricavabili dalla banca dati IMU per la quota di competenza dei possessori e dalla TARES/TARI per la quota di competenza degli occupanti. Tuttavia, anche ipotizzando un incrocio tra le banche dati si deve considerare che negli archivi TARI gran parte degli immobili non è ancora qualificata con i rispettivi identificativi catastali. Inoltre gli stessi archivi catastali degli immobili e delle proprietà immobiliari non sono allineati tra loro.
2. L’invio di modelli precompilati relativi alla condizione corrente di proprietà ed uso degli immobili è incompatibile con la data di pagamento dell’acconto (che dovrebbe riflettere le eventuali modifiche di imponibilità intervenute) ed è in palese conflitto con la scadenza della dichiarazione TASI (30 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento).

Presagi negativi in materia erano già affiorati all’inizio dell’anno: leggi in proposito l’articolo Tasse sulla casa 2015: TASI e IMU ritornano, sarà un altro anno di fuoco?

Nel frattempo gran parte delle amministrazioni comunali non sono organizzate per la nuova procedura di pagamento TASI che avrebbe dovuto semplificare la vita dei contribuenti. E non si capisce come si appresteranno ad affrontare il caos in arrivo.

Qualche esempio positivo in materia, distribuito in maniera puntiforme nella penisola, esiste: alcuni piccoli Comuni, come Bra (CU), Cerea (VR) e Scandicci (FI) sono stati in grado comunque di inviare i moduli precompilati a casa. Mentre in alcune grandi città si sta tentando di fornire ai contribuenti il supporto necessario per quantificare il tributo in autonomia, come ad esempio alcuni software per il calcolo della tassa che si trovano sui siti dei Comuni

Ne frattempo attendiamo l’estate, auspicando un po’ di ordine all’interno di questo caos tributi.

Marco Brezza

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