Ok alla nuova legge sull’edilizia abitativa della Sardegna: divampano le critiche

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Ad oltre un mese dal suo ingresso in aula è stata finalmente varata la legge sull’edilizia abitativa della Regione Sardegna: il provvedimento consente la proroga del Piano Casa ed apre la strada agli ampliamenti nei centri storici e nelle zone residenziali (condizionati al possesso di un parcheggio), in quelle industriali e commerciali e, seppure in maniera molto limitata, agli hotel, bloccando però il cemento nella fascia dei 300 metri dal mare ed escludendo la possibilità di costruire residenze in campagna per chi non ha almeno tre ettari di terreno e non è coltivatore diretto.

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Il provvedimento è passato (con 33 voti positivi e 18 negativi) al vaglio del Consiglio regionale della Sardegna: con specifico riferimento agli ampliamenti volumetrici, rimarrà in vigore sino al 31 dicembre 2016.

Semplificazione e riordino
Il testo di legge era entrato in aula lo scorso 13 marzo. “La semplificazione e il riordino delle disposizioni in materia di urbanistica ed edilizia, e di tutte le procedure che governano il processo normativo così da rendere più vicina la pubblica amministrazione alle necessità dei cittadini e delle imprese, è uno degli obiettivi del disegno di legge 130″, ha affermato l’assessore regionale all’Urbanistica ed Enti locali Cristiano Erriu.

La nuova legge introduce nell’ordinamento regionale forme di agevolazione per la riqualificazione e il miglioramento delle qualità architettonica ed energetica del patrimonio edilizio. “Il nostro tentativo – prosegue l’assessore – è stato quello di contemperare i diversi interessi in gioco con particolare riguardo alle strutture turistico ricettive per favorire più ampi periodi di fruizione, migliorare la capacità di accoglienza e diversificarne i servizi”.

Poniamo in evidenza 2 misure di rilievo collocate all’interno del testo.
– Vengono riconosciute premialità volumetriche per gli interventi di ricostruzione con trasferimento di volumetrie dalle aree maggiormente sensibili al rischio idrogeologico ad altre prive di tali criticità.
– Tra gli emendamenti approvati va evidenziato quello (peculiare) proposto dal gruppo Sardegna Vera che consente la cessione, nei centri storici e nelle aree residenziali, di immobili non utilizzati a un prezzo simbolico, anche 1 euro, da parte dei proprietari alla Regione o agli enti locali e quindi ad un terzo (privato o altro soggetto attuatore pubblico) nell’ambito dei programmi integrati per il riordino urbano, volti a riqualificare gli ambiti urbani e le periferie caratterizzate da tessuti edilizi disorganici, incompiuti o degradati. Si tratta di “un’iniziativa concreta e pratica che può rappresentare una soluzione importante per il recupero di molte aree urbane, soprattutto dei centri storici”, spiega il capogruppo di Sardegna Vera Efisio Arbau.

Ma il percorso della nuova legge sull’edilizia abitativa della Regione Sardegna non finisce qui: giunge infatti ora il turno della Giunta regionale sarda che si è impegnata a presentare la legge urbanistica entro la fine del 2015. L’elaborazione del disegno di legge regionale ha provocato numerosi attriti tra gli schieramenti, con il centrodestra all’attacco per la proroga del vecchio Piano Casa scaduto il 29 novembre 2014 e protagonista di un forte ostruzionismo in Aula.

Le contestazioni nelle ultime settimane non sono certo mancate, provenendo da molteplici direzioni: le associazioni di categoria hanno più volte chiesto modifiche sostanziali alla normativa. Confindustria in questo senso ha parlato di “un ulteriore gravissimo attacco all’economia della Sardegna“, definendo il complesso di norme come “peggiorativo” rispetto alle precedenti versioni del Piano. Federalberghi e Confcommercio hanno stimolato il Consiglio con una lettera aperta stigmatizzando una politica colpevole di “non credere nel turismo”. Non pienamente soddisfatti neppure gli ambientalisti di Legambiente che hanno sottolineato soprattutto “l’inopportunità delle norme sulle zone umide”.

Redazione Tecnica

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