Studi professionali: anche per loro deve valere la CIG in deroga

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Ammortizzatori sociali in deroga negli studi professionali: partita riaperta. Il Consiglio di Stato, con ordinanza n. 1108 depositata l’11 marzo scorso, ha accolto il ricorso di Confprofessioni contro l’esclusione dei professionisti dagli ammortizzatori sociali come la Cassa integrazione in deroga. È stata in tal modo sospesa l’esecuzione dell’ordinanza del TAR Lazio che aveva confermato l’esclusione dei dipendenti degli studi professionali dalla CIG in deroga.

A parere dei giudici del Consiglio l’esclusione degli studi professionali dalla Cassa integrazione in deroga è una “discriminazione operata nei confronti della categoria dei liberi professionisti e del personale che lavora presso di loro, tenuto conto dei vincoli comunitari in materia di definizione di impresa”. Sono state pertanto ritenute “convincenti le argomentazioni” presentate da Confprofessioni attraverso il ricorso, “soprattutto con riguardo alle disposizioni contenute del decreto interministeriale del 1 agosto 2014, nella parte in cui esclude gli studi professionali dal trattamento di CIG in deroga”.

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Il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, ha espresso grande soddisfazione dinnanzi alla decisione dei giudici del supremo tribunale amministrativo: “Chiederemo al ministero del Lavoro di dare esecuzione all’ordinanza del Consiglio di Stato e di cancellare la discriminazione dei liberi professionisti rispetto al beneficio della cassa in deroga, per salvaguardare i livelli occupazionali degli studi”. Ancor più rilevante, a parere di Gaetano Stella, l’accento posto dai giudici sulla definizione comunitaria di impresa che supera l’articolo 2082 del codice civile e che, in prospettiva, apre la strada delle risorse comunitarie anche agli studi professionali.

Redazione Tecnica

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