Architetto di quartiere, speriamo che non faccia la fine del poliziotto

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L’idea (bella) è del Comune di Reggio Emilia: l’ architetto di quartiere avrà di compito di rigenerare architettonicamente e socialmente i quartieri, di sviluppare la riqualificazione urbana, collaborando con gli abitanti e i cittadini.

Non è un compito facile quello dell’ architetto di quartiere, perchè in qualche modo il suo ruolo è anche psicologo. Deve ascoltare i bisogni dei cittadini e capire quelli del territorio, e insieme ai cittadini e alle associazioni, deve definire i progetti per la cura della città e della comunità, spingendo la cittadinanza a essere attiva. Dalla rigenerazione dei luoghi alla progettazione di eventi, attività e servizi, per aumentare le opportunità per le persone e migliorare la qualità urbana. Questi i suoi compiti.

A Reggio Emilia l’ architetto di quartiere è attivo da fine gennaio. Il lancio di questa nuova figura professionale fa parte di un percorso, “Idee e progetti per la città”, articolato in tre fasi:

Architetto di quartiere, le tra fasi di lavoro

La prima è la fase di ascolto, conclusa lo scorso 21 febbraio, durante la quale i partecipanti sono stati divisi in quattro macro-gruppi di lavoro, che corrispondono ai quattro quadranti della città (nord, sud, est, ovest) e in tavoli di lavoro, cioè i singoli quartieri/frazioni o a gruppi di quartieri/frazioni.
Proprio come all’Università.
Gli architetti di quartiere dovranno coordinare i tavoli di lavoro, e da queste tavole rotonde dovranno emergere le proposte progettuali per ciascun quartiere, in base alle proposte delle singole associazioni.

La seconda fase è quella di progettazione, che sarà strutturata in laboratori di cittadinanza, momenti di analisi dei problemi, quartiere per quartiere, e di costruzione delle soluzioni. I laboratori sono aperti ai cittadini e alle associazioni e si concludono con la firma di un patto di quartiere.

La fase di realizzazione è la terza e ultima, ed è quella in cui cittadini, associazioni e servizi del Comune lavoreranno insieme per realizzare concretamente ciò che è stato deciso.

Dalla prima fase a Reggio Emilia sono emerse già diverse proposte, che dovranno essere analizzate proprio dalla figura dell’ architetto di quartiere. L’architetto di quartiere ricorda il poliziotto di quartiere, di berlusconiana memoria, che però non ha funzionato molto bene perchè di fatto è stata un’iniziativa mai nata e mai partita. Speriamo che l’architetto di quartiere funzioni meglio e prenda piede davvero, a partire dal primo esempio di Reggio Emilia ad altre città.

 

Redazione Tecnica

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