Ok al Regolamento edilizio unico: la soddisfazione degli Architetti

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Un percorso luminoso che conduce verso la semplificazione anche un settore complesso come l’edilizia: non più una chimera irraggiungibile bensì un obiettivo tangibile e concreto. Da 8mila regolamenti edilizi diversi ad un unico modello che rende omogenea la disciplina delle modalità costruttive nei comuni italiani. In questa direzione l’inaugurazione dell’Agenda per la semplificazione della Pubblica amministrazione 2015-2017 viene accolta con grande soddisfazione dagli Architetti: “Finalmente riconosciuta l’importanza della battaglia degli architetti italiani per superare la follia normativa che, nel nostro Paese, aveva partorito ben oltre 8mila regolamenti edilizi”.

A parlare e fungere da megafono per una delle categorie di professionisti più in difficoltà in questo momento è Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli Architetti: “Esprimiamo grande soddisfazione per la decisione del Governo che prevede, nell’ambito dell’Agenda per la semplificazione, entro novembre 2015, il Regolamento edilizio unico”. Per approfondire il tema leggi l’articolo Semplificazioni in edilizia: per ridurre costi e tempi delle procedure.

Il Regolamento edilizio unico contribuirà a ridurre la complessità del sistema italiano apportando una notevole semplificazione nell’ambito dei regolamenti edilizi comunali: esso fungerà da punto di riferimento per tutti i Comuni i quali avranno il compito di attenersi al regolamento-tipo medesimo, senza discostarsene.

Secondo il rappresentante degli architetti italiani la edificazione del Regolamento edilizio unico costituisce il perno di “una riforma che va a vantaggio di tutti i cittadini che potranno fare riferimento a norme chiare e, soprattutto, condivise su tutto il territorio nazionale. Ora è tempo di procedere, pertanto, anche con l’abbattimento della buro-edilizia, fonte, tra l’altro, di corruzione e di abusivismo oltrepassando le anacronistiche regole discriminatorie che impediscono alla stragrande maggioranza degli studi professionali di piccole e medie dimensioni e pressoché alla totalità dei giovani architetti italiani di partecipare alle gare per l’affidamento di servizi di architettura e di ingegneria”.

Secondo Freyrie è proprio questo il fulcro della battaglia condotta dalla categoria in questi anni: “Il vecchio sistema, fissando requisiti quantitativi, come il fatturato ed il numero di dipendenti del professionista, ha di fatto progressivamente riservato questo mercato – conclude il presidente del CNAPPC – in contraddizione con le più recenti direttive europee in materia di appalti, ad un numero molto ridotto di strutture professionali”.

Non va dimenticato che dell’Agenda per la semplificazione della Pubblica amministrazione 2015-2017 coinvolge numerosi ambiti relativi al rapporto tra cittadino e burocrazia: dalla cittadinanza digitale al welfare, transitando per fisco, impresa e, come detto, edilizia.

A cura di Marco Brezza

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