Bonifico parlante per le ristrutturazioni: gli errori da non fare

Cos’è il bonifico parlante? Si tratta di un particolare tipo di bonifico – obbligatorio per avere diritto alle detrazioni edilizie – eseguibile sia in banca sia alle Poste, che richiede l’inserimento di dati specifici. Vediamo un esempio di compilazione e gli errori da evitare

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Tutto sui bonus per gli interventi edilizi nella circolare Entrate 17/E del 26 giugno scorso. Il testo fa il punto su regole e condizioni, a partire dall’obbligo del pagamento tramite bonifico parlante (>> parliamo in dettaglio dei contenuti della circolare 17 in questo articolo).

Un particolare tipo di bonifico, eseguibile sia in banca sia alle Poste, che richiede l’inserimento di dati specifici e una causale particolare.

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Bonifico parlante, dati indispensabili

Il bonifico parlante è il bonifico dal quale debbono risultare necessariamente:

  • la causale del versamento con la corretta indicazione della legge che si applica per la specifica detrazione;
  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione;
  • il numero di partita Iva o il codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato.

Esempio di compilazione del bonifico parlante

Un esempio di corretta compilazione del bonifico per la detrazione del 50% (Bonus Ristrutturazioni) è dunque il seguente:

Bonifico relativo a lavori edilizi che danno diritto alla detrazione del 50% – Art. 16-bis D.P.R. 917/1986 – Detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio

Pagamento fattura n. ___ del ______

a favore di _______________  Partita Iva/CF _________________

Beneficiario della detrazione _________  CF______________

Da tempo peraltro banche e Poste spa hanno predisposto i bonifici dedicati che riportano la specifica indicazione della norma di riferimento.

I dati servono per consentire a banche e Poste l’applicazione della ritenuta dell’8% sulle somme dovute al beneficiario del pagamento.

Leggi anche Perdita Bonus edilizi: per quali errori?

Bonifico parlante: errori da evitare

Vediamo dunque quali sono gli errori da evitare nella compilazione del bonifico parlante.

1. Chi effettua il bonifico NON deve essere PER FORZA chi chiede la detrazione

Le Entrate hanno cambiato posizione e, contrariamente a quanto avevamo scritto in precedenza, come disciplinato prima dalla Circolare 7/e del 27/04/2018 (pag. 228-229) la detrazione può essere richiesta a prescindere dall’ordinante e da chi sia l’intestatario della fattura. Di fatto quindi è possibile decidere all’ultimo a chi attribuire la detrazione.

Se i lavori di ristrutturazione rientranti nella detrazione 50% sono eseguiti su immobili in comproprietà tra diversi soggetti, cioè se i soggetti che hanno diritto alla detrazione sono molti, tutti potranno essere ammessi a tale beneficio pur avendo effettuato il bonifico intestandolo a un solo nome.

Lo schema a pagina 228 e 229 della Circolare 7/E è chiaro:

Bonifico parlante per le ristrutturazioni: gli errori da non fare CIRCOLARE7E 228 Bonifico parlante per le ristrutturazioni: gli errori da non fare CIRCOLARE7E 229 2

Fino a questa Circolare l’ordinante del bonifico doveva essere il beneficiario e, in caso di più proprietari, il bonifico bancario doveva riportare il nome, il cognome e il codice fiscale di tutti i proprietari e non solo di colui che esegue il bonifico.

2. Il Codice fiscale, non scordarlo!

Sul bonifico, l’ordinante deve inserire anche il proprio codice fiscale. Dimenticarselo potrebbe inficiare la validità del bonifico parlante per le ristrutturazioni edilizie.

Nel caso di lavori su un condominio, il codice fiscale da inserire è quello del condominio, non quello di chi materialmente esegue il pagamento allo sportello.

Leggi anche Bonus casa, come fare se l’amministratore sbaglia il bonifico parlante?

3. Nella causale va messo il riferimento normativo esatto

Eseguire un bonifico parlante per richiedere l’agevolazione fiscale del 50% sulle ristrutturazioni edilizie, inserendo i riferimenti normativi per quella relativa alla riqualificazione energetica (o viceversa) è un errore da evitare.

Per capire quali sono i riferimenti di legge esatti può essere utile leggere degli esempi di bonifici parlanti per le ristrutturazioni e per la detrazione 65% che abbiamo pubblicato qualche tempo fa.

Va anche aggiunto che l’Agenzia delle Entrate, dopo un primo periodo in cui non ammetteva in maniera assoluta il riconoscimento della detrazione a fronte di un errore sul riferimento normativo inserito sull’ordine di pagamento, si è via via ammorbidita. Come indicato nella circolare 17, infatti, “nel caso in cui, per mero errore materiale, siano stati riportati i riferimenti normativi della detrazione per la riqualificazione energetica, la detrazione può comunque essere riconosciuta senza necessità di ulteriori adempimenti.”

4. Collegamento tra pagamento e fattura

In realtà non è un errore gravissimo, ma per prudenza è sempre meglio prevedere nella causale del bonifico parlante per ottenere l’agevolazione fiscale sulle ristrutturazioni di inserire anche il riferimento alla fattura che si sta saldando e che dovrà essere conservata insieme alla ricevuta di pagamento per futuri controlli.

Leggi anche Bonifico Bonus Barriere Architettoniche, come compilarlo per non perdere l’agevolazione

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Immagine: iStock/Nuthawut Somsuk

Redazione Tecnica

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