Impietoso Censis sull’edilizia scolastica: amianto a go-go e problemi strutturali

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Amianto, problemi strutturali, vetri rotti, tetti o coperture da rifare, porte con i buchi, intonaci rovinati, impianti elettrici, idraulici, termici che non funzionano bene o proprio non funzionano: ecco la descrizione della fotografia sulla nostra edilizia scolastica scattata dal Censis. Le condizioni sono pessime.

Commenta Ermete Realacci, presidente della VIII Commissione Ambiente della Camera: “Giustificato l’allarme del Censis sullo stato delle scuole italiane. Anche per questo è molto importante il piano lanciato dal governo per la nostra edilizia scolastica, che deve essere finalizzato anche alla bonifica dall’amianto, alla sicurezza antisismica e al risparmio energetico”.
E ancora: “Circa il 60% degli edifici scolastici italiani, come denunciato dal dossier Ecosistema Scuola di Legambiente, è stato infatti costruito prima dell’emanazione delle norme antisismiche e le sole scuole consumano 1,3 miliardi di euro l’anno di energia – mentre la spesa energetica per gli edifici pubblici ammonta secondo il Consip a più di 5 miliardi di euro annui -. È possibile abbattere di almeno un terzo questa cifra e finanziare con questo risparmio un ampio piano di recupero e riqualificazione degli edifici scolastici”.

In tutto sono 3.600 le sedi che necessitano di interventi sulle strutture portanti (tra queste mura 580.000 ragazzi trascorrono ogni giorno parecchie ore) e 2.000 le scuole che espongono i loro 342.000 alunni e studenti al rischio amianto.

La fotografia del Censis sulla nostra edilizia scolastica è stata scattata con la collaborazione di 2.600 dirigenti scolastici, che sono stati consultati: si è scoperto che per il 36% degli edifici è prioritario avviare lavori di manutenzione straordinaria. Ma per il 57% l’esigenza è dare continuità agli interventi di manutenzione ordinaria. In tutto, però, solo nel 7% dei casi è fondamentale costruire un edificio più adeguato.

Si fanno pochi, e quando se ne fanno sono fatti male, in più di un quarto delle strutture.

L’assegnazione del 95,7% dei 150 milioni di euro stanziati con il Decreto del fare per l’avvio immediato di 603 progetti di edilizia scolastica è un cambio di passo rispetto alle lunghe e farraginose procedure degli anni passati.

Alla fine del 2013 il Ministero delle infrastrutture stimava in 110 anni il tempo necessario per mettere in sicurezza tutti gli edifici scolastici.
Notevoli i ritardi nell’attuazione dei progetti finanziati. Dei 500 milioni di euro attivati con le delibere Cipe del 2004 e del 2006, a metà del 2013 ne erano stati utilizzati 143, relativi a 527 interventi sui 1.659 previsti.
Va meglio l’impiego dei fondi strutturali. Il Programma operativo 2007-2013 gestito dal Miur e relativo al Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale), attivo nelle regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, ha assegnato più di 220 milioni di euro a 541 scuole per interventi nell’ambito della sicurezza degli edifici, del risparmio energetico, per l’accessibilità delle strutture e le attività sportive.

Poi è scattata l’Operazione edilizia scolastica del Governo Renzi (qui l’elenco dei Comuni che riceveranno i soldi), per censire le priorità d’intervento e le risorse necessarie: per ora hanno aderito 4.400 Comuni.

Per garantire la tempestività della manutenzione ordinaria e accelerare la realizzazione dei piccoli interventi necessari è stata prospettata recentemente la possibilità di dotare le scuole di un budget specifico.

L’eta della nostra edilizia scolastica
Più del 15% degli edifici è stato costruito prima del 1945, altrettanti tra il ’45 e il ’60, il 44% risale all’epoca 1961-1980, e solo un quarto è stato costruito dopo il 1980.

Cosa dite, un patrimonio di edilizia scolastica con tanti anni sulle spalle va rinnovato oppure no?

Redazione Tecnica

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