Beni culturali, spiragli sulla qualifica dei restauratori

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Il sottosegretario ai Beni culturali Roberto Cecchi ha convocato una riunione per discutere, con i sindacati di categoria Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, della problematica della disciplina di qualificazione dei restauratori e della modifica dell’articolo 182 del Codice dei beni culturali, che tratta proporio della definizione di “restauratore di beni culturali”.

 

Leggi l’articolo 182 del Codice dei beni culturali e del paesaggio

 

È un piccolo ma significativo passo avanti. Dicono i sindacati: “Comincia a intravvedersi la reale possibilità di risolvere, in tempi brevi, l’annosa problematica della qualificazione degli operatori del comparto. Promettente il fatto che si stia concretamente lavorando su una mediazione tra i disegni di legge giacenti nelle sedi legislative”.

 

Questo significa che è stato accolto l’invito, inviato in settembre agli interlocutori istituzionali e alle organizzazioni imprenditoriali, proprio dagli stessi sindacati Feneal, Filca e Fillea, ai fini di unificare i disegni di legge. Il documento proponeva di individuare, come requisiti utili alla qualifica:
– i requisiti realmente espressi dagli operatori del comparto e maturati fino a oggi;
– il riconoscimento dell’attività formativa e dell’esperienza lavorativa tramite un sistema unico di punteggio con riferimento a titoli formativi che rappresentano un unicum sul piano nazionale, tra cui le accademie con insegnamento quinquennale e alcune facoltà universitarie di restauro che attuano corsi specialistici;
– la definizione di linee guida per la valutazione dell’attività lavorativa svolta attraverso l’istituzione di una commissione apposita, con la presenza delle parti sociali.

Redazione Tecnica

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