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Riforma del Catasto, ecco come la vedono i Geometri

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riforma del catasto

I Geometri esprimono un giudizio tecnico sulla Riforma del Catasto. Servono meccanismi di applicazione vincolati alla capacità contributiva rilevata attraverso l’Isee e si rende necessario l’utilizzo di modelli estimativi allineati ai cambiamenti socio-demografici.

Questa la proposta di Riforma del Catasto presentata da Agefis (Associazione nazionale dei geometri fiscalisti) e dal Consiglio nazionale dei geometri e geometri laureati durante l’audizione alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato.

Sottolinea il presidente di Agefis, Mirco Mion: “L’obiettivo di una riforma organica del Catasto deve essere duplice: correggere l’inadeguatezza che genera sperequazioni nella distribuzione di un prelievo crescente e porre le basi per una politica abitativa che tenga conto delle dinamiche socio-demografiche in atto. Dinamiche destinate a modificare radicalmente il sistema immobiliare italiano”.

Ecco cosa propongono i Geometri
Un Catasto riformato secondo la proposta di legge 1122 potrebbe realmente intervenire sui fattori che originano sperequazioni e iniquità diffuse solo se la sua applicazione può tener conto della capacità contributiva dei proprietari.

Il sistema attuale, caratterizzato da detrazioni o franchigie “fisse”, deve essere sostituito da un sistema di detrazioni o franchigie “modulate” in funzione dell’indicatore Isee. Così anche a parità di rendita può esservi un diverso livello impositivo, che tenga in considerazione la necessità di agevolare le situazioni di maggiore necessità.

Spiega Gianni Marchetti, tesoriere e tributarista: con la Riforma del Catasto “è necessario che la valorizzazione della componente patrimoniale all’interno dell’indicatore avvenga sulla base del valore patrimoniale e non più sulla base della rendita catastale, seppur maggiorata con specifici moltiplicatori”.

L’Isee, oltre a svolgere la tradizionale funzione di valutazione della situazione economica di coloro che richiedono prestazioni sociali agevolate, può essere utilizzato per introdurre nella componente patrimoniale della tassazione immobiliare quei tratti di progressività e capacità contributiva già presenti nella componente reddituale.

I geometri potranno essere parte attiva della Riforma del Catasto. La scelta degli strumenti estimativi implica un’assunzione di responsabilità enorme per i professionisti di area tecnica che devono intervenire. I geometri si propongono di impiegare gli strumenti dell’analisi statistico-estimativa nella rilevazione dei dati, nella loro elaborazione e nella verifica delle rendite secondo standard valutativi nazionali e internazionali.


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2 Commenti

  1. Non credo che le rendite catastali possano essere associati solo alla possibilità contributiva del proprietario, bensì alla zonizzazione del territorio e alla consistenza reale dell’immobile.

  2. penso che la rendita dei fabbricati x civile abitazione non possa essere rimodulata a seconda dell’effettivo valore dell’immobile, questo creerebbe una disparità di trattamenti nella tassazione, anche se si applicassero detrazioni in base all’ISEE, perchè ” La rendita catastale è la rendita lorda media ordinaria ritraibile previa detrazione delle spese di ripartizione, manutenzione e di ogni altra spesa o perdita eventuale. Nessuna detrazione avrà luogo per decime, canoni, livelli, debiti e pesi ipotecari e censuari, nonché per imposte, sovraimposte e contributi di ogni specie.” È questa la definizione ufficiale della rendita catastale, tratta dall’art. 9 del regio decreto legge n. 652 del 13 aprile 1939 e convertito in Legge dello Stato n. 1249 dell’11 agosto 1939. Quindi modificare gli estimi con il valore venale, lasciando la tassazione ai livelli attuali, sarebbe mettere in ginocchio ancora di più le persone, che già sono vessate.

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