Il Regolamento edilizio d’Italia, la proposta di Legambiente

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Com’è  la casa ideale?

Quella progettata e costruita in modo tale da avere bisogno di una ridotta quantità di energia per il riscaldamento e il raffrescamento, che sfrutta comunque le fonti rinnovabili, che garantisce un concreto risparmio economico e energetico, favorendo una migliore qualità della vita per i suoi abitanti e riducendo l’emissione di gas climalteranti.

Come si può realizzare? Attraverso l’assunzione delle migliori norme dei Regolamenti edilizi adottati in Italia.

Alla vigilia del settimo anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto, Legambiente lancia il “regolamento edilizio d’Italia“, e invita le amministrazioni comunali a dotarsi del “regolamento per eccellenza”, realizzato, appunto, selezionando le migliori norme di tutti i regolamenti edilizi comunali, perché il settore delle abitazioni è proprio uno dei principali responsabili dei consumi energetici italiani e dell’aumento delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera.

 “La proposta che vogliamo rivolgere alle amministrazioni comunali – ha dichiarato il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini – è di guardare a queste realtà e di copiare bene.

Abbiamo messo assieme, infatti, il meglio di quello che si può trovare nei regolamenti edilizi italiani perché edifici ristrutturati o costruiti in questo modo possono arrivare concretamente ad azzerare i consumi energetici, a ridurre sensibilmente i consumi idrici migliorando il comfort degli spazi pubblici e nelle abitazioni.

E nei Comuni dove questa strada è già oggi stata intrapresa è cresciuta non solo la consapevolezza di come queste innovazioni migliorino la qualità del costruire, ma anche quanto queste nuove tecniche permettano di accrescere competenze, di creare lavoro, oltre a realizzare edifici sostenibili con un costo che incide pochissimo sul prezzo di vendita finale”.

Per Legambiente le città italiane possono diventare un grande laboratorio di manutenzione e riqualificazione con obiettivi energetico-ambientali. In una prospettiva capace di creare nuovi posti di lavoro, in termini di qualità e vivibilità, nella direzione di una città che consuma meno energia, ed è più pulita e bella, quindi più sostenibile.

Al centro del ragionamento abbiamo posto gli obiettivi di alcuni campi di intervento fondamentali:

-la riduzione dei consumi energetici, attraverso interventi che riducano il fabbisogno nelle abitazioni, aumentando l’isolamento termico degli edifici e valorizzando gli apporti solari passivi e l’efficienza negli usi.

-le fonti energetiche rinnovabili, da utilizzare e integrare negli edifici per i fabbisogni di riscaldamento dell’acqua igienico-sanitaria e la produzione di energia elettrica.

-il ciclo dell’acqua, riducendo fabbisogni e consumi di acqua nelle abitazioni attraverso il recupero, la depurazione, il riutilizzo per gli usi compatibili; nella direzione di aumentare la permeabilità dei suoli; sviluppando l’utilizzo di tecnologie e sistemi di risparmio.

Proprio per la grande varietà di situazioni climatiche e territoriali presenti nel territorio italiano vengono così individuate proposte riferite ai diversi temi di intervento, inserendo le migliori norme ed esperienze già applicate in ambito regionale e comunale, che possono essere facilmente adattate ai contesti locali.

L’obiettivo è di contribuire ad innovare il settore edilizio, di avviare un processo di ricerca e di sperimentazione sulle tecnologie e sulle migliori scelte architettoniche e tecnologiche.

 La casa ideale proposta da Legambiente: 
–  dovrebbe seguire la norma per l’isolamento termico di Collegno (To) e Oristano,
– dovrebbe montare i serramenti come richiesto da Bassano del Grappa (Vi),
– dovrebbe integrare le fonti rinnovabili come indicato dalle amministrazioni dell’Emilia-Romagna, Lignano Sabbiadoro (UD), Brembate di Sopra (BG), Rovello Porro (CO), Falconara Marittima (AN) e Monopoli (BA);
–  l’efficienza energetica e la contabilizzazione del calore dovrebbe essere come richiesto da Novi di Modena (MO), Divignano (NO), Guidonia Montecelio (RM) e Castel Maggiore (BO);
– l’orientamento e la schermatura degli edifici si dovrebbe adeguare alla norma di Bergamo e dei Comuni dell’Empolese-Val d’Elsa (PI-FI);
– i materiali da costruzione dovrebbero essere quelli indicati dal regolamento di Lignano Sabbiadoro (UD) e dai Comuni della Bassa Romagna (RA);
– il risparmio idrico e il recupero delle acque meteoriche si dovrebbero basare sul modello dei Comuni del Meratese (LC) e di Caneva (PN);
– per l’isolamento acustico si dovrebbe copiare la norma di Bareggio (MI);
– per la permeabilità dei suoli si dovrebbe prendere a riferimento Bolzano,
– mentre per la certificazione energetica dovrebbe essere Udine a dettare legge.

Fonte: Legambiente

Redazione Tecnica

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