Rinnovo CCNL Edilizia 2013: è rottura tra ANCE e Sindacati

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Questo rinnovo non s’ha da fare! Le trattative tra ANCE e Coop da un lato e Feneal Uil – Filca Cisl – Fillea Cgil  dall’altro, per il rinnovo del CCNL Edilizia per il triennio 2013-2015, si sono bruscamente interrotte.

Il prossimo 13 dicembre 2013 i sindacati nazionali di categoria hanno annunciato uno sciopero generale di 8 ore.

Non usa mezzi termini il segretario generale della Fillea, Walter Schiavella, che accusa i costruttori di non avere “alcun pudore”. Secondo Schiavella, le posizioni di Ance e Coop “appaiono provocatorie rispetto al diritto dei lavoratori di veder rinnovato il loro contratto”.

Ma qual è stata la causa scatenante della rottura delle trattative?

“La rottura”, informa una nota Ance, “è seguita alla decisione dei Sindacati di porre come pregiudiziale per la prosecuzione del negoziato la questione dell’adeguamento economico, proposta giudicata irricevibile dalle delegazioni di Ance e Cooperative in considerazione del momento di gravissima difficoltà attraversato oggi dalle imprese del settore”.

Di tutt’altro avviso, ovviamente, sono le organizzazioni sindacali che accusano le controparti imprenditoriali di avere “rimesso in discussione la soluzione ipotizzata nel precedente incontro per mettere in sicurezza l’Anzianità Professionale edile”.

L’iter travagliato per il rinnovo del CCNL Edilizia 2013-2015 era proseguito con difficoltà per 11 mesi e la rottura appare dunque inaspettata. Esattamente un anno fa, sul sito Impresedili.it era stata pubblicata la piattaforma (non ufficiale) alla base della discussione per il rinnovo del contratto nazionale.

I Sindacati contestano alle imprese che  rispondano alle richieste contenute in piattaforma sulla parte salariale con una proposta giudicata “inaccettabile e provocatoria, dichiarando che non c’è disponibilità a definire alcun aumento contrattuale”.

Insomma, da un lato i costruttori dicono che con la situazione di crisi attuale non si può parlare di aumenti o adeguamenti salariali, dall’altro lato del fiume, invece, i sindacati ribattono che “nessuna crisi può giustificare l’azzeramento del ruolo del CCNL né tanto meno può essere usata per scaricarne il costo sui lavoratori”.

Di Mauro Ferrarini

Redazione Tecnica

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