Mercato delle Costruzioni: non si arresta la spirale dei fallimenti

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Nei primi nove mesi del 2012 si conferma una spirale in continua crescita delle procedure fallimentari per le imprese di costruzione con un +6,1% rispetto allo stesso periodo del 2011, che corrisponde a un +2% nell’aumento complessivo dei fallimenti nel complesso dell’economia. Secondo i dati Cerved Group, rileva la Direzione centrale e centro Studi dell’ANCE, nelle costruzioni, le imprese entrate in procedura fallimentare sono passate da 2.216 nel 2009 a 2.776 nel 2011, con un aumento del 25,3%. Complessivamente in tre anni i fallimenti nel settore sono stati 7.552 su un totale di circa 33 mila nell’insieme di tutti i settori economici.

Del totale dei fallimenti avvenuti in Italia, circa il 23% hanno riguardato le imprese del settore delle costruzioni. Dall’inizio del 2009 a settembre 2012, nelle costruzioni, sono circa 9.500 le imprese entrate in procedura fallimentare.

Le difficoltà del settore si evidenziano anche dalla crescita dei protesti.

Secondo i dati Cerved Group, tra luglio e settembre 2012, sono più di 5.000 le società di costruzioni con almeno un protesto, in aumento del 14% su base annua (già +12,5% nel primo trimestre 2012 e +17% nei tre mesi successivi su base annua). Nelle costruzioni le società protestate nel trimestre considerato rappresentano il 23% delle 22.000 rilevate in tutti i settori economici.

Nelle costruzioni, l’incidenza delle società protestate sul totale delle società operative nel settore, pari all’1,6% nel periodo giugno-settembre 2012, risulta significativamente più elevata rispetto ai valori pre crisi (1%) e a quella rilevata negli altri settori economici (industria 0,9%; servizi 0,8%).

Non va meglio sul fronte del credito. Secondo i dati della Banca d’Italia si evidenzia una caduta del 38,2% del valore dei mutui erogati per investimenti in edilizia residenziale nel quadriennio 2008-2011 e del 44,3% per l’edilizia non residenziale. La tendenza negativa si rafforza nei primi nove mesi del 2012, con flessioni rispettivamente pari al 9,1% e al 32,2% su base annua.

Secondo l’ANCE, “Il problema sempre più diffuso dei ritardati pagamenti dei lavori da parte della pubblica amministrazione ed il razionamento del credito da parte delle banche al settore delle costruzioni contribuiscono in modo rilevante a inasprire le situazioni di criticità nel settore”.

Redazione Tecnica

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