Piano casa, molte Regioni scelgono la proroga delle leggi regionali

Scarica PDF Stampa

Il Piemonte è l’ultima Regione in ordine di tempo che ha prorogato la scadenza  del Piano Casa regionale.  Nel 2012 anche Abruzzo Sardegna, Puglia, Lombardia, Calabria, Sicilia, Lazio, Umbria e Basilicata hanno deciso di proseguire con i piani di rilancio dell’attività edilizia.

Ricordiamo che  il 1° aprile 2009, le Regioni hanno sottoscritto un’intesa con il Governo, impegnandosi ad approvare proprie leggi per concedere incrementi di superfici o di volumetrie in deroga ai piani comunali per ampliare o per abbattere e ricostruire immobili esistenti.

La Regione Valle d’Aosta e la provincia di Bolzano hanno stabilito di mettere a regime le nuove disposizioni.  La regione valdostana ha approvato la legge n. 24/2009, ha apportato alcune modifiche alla normativa nel 2011 e infine il 9 marzo 2012 ha dato l’ok alla Deliberazione di Giunta regionale n. 514 contenete nuove disposizioni attuative.

La Provincia di Bolzano ha reso permanente gli incentivi stabiliti con la deliberazione n. 1609/2009, e inizialmente previsti solo fino al 31 dicembre 2010.

Nel Lazio il Piano Casa ha avuto vita intensa e travagliata (leggi anche “Il Piano Casa Lazio contrasta le norme statali, il Governo lo impugna“). La legge regionale è stata inizialmente approvata nel 2009, poi  modificata due volte (nel 2011 e nel 2012) ed è stata impugnata dal Governo per ben 2 volte, prima dal Governo Berlusconi, poi dal Governo Monti che ha impugnato la legge regionale n. 21/2012 perché contenente “alcune disposizioni in contrasto con le norme statali in materia di tutela del paesaggio e di governo del territorio”.  A suscitare preoccupazione è stata in particolare la disposizione che  consente cambi a uso non residenziale con interventi di ristrutturazione edilizia, di sostituzione edilizia, con demolizione e ricostruzione, e di completamento anche nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici,  in contrasto con quanto previsto all’art. 9 del d.P.R. n. 380/2001.

Ma il piano Casa della Regione Lazio non è stato l’unico a subire uno stop, anche la legge regionale n. 7/2012 della Regione Calabria, è stata impugnata davanti alla corte costituzionale per invasione delle competenze statali, l’accusa è di permettere “la sanatoria degli abusi edilizi realizzati in aree sottoposte a vincolo paesaggistico” e di introdurre “previsioni che risultano in contrasto con i regolamenti statali che disciplinano la distanza tra gli edifici, la distanza degli edifici dal nastro stradale”. La Regione ha deciso così di mettere una toppa, approvando la nuova legge n. 18/2012.

A maggio 2012 la Regione Sicilia ha prorogato fino all’8 agosto del 2014 la scadenza della legge 23 marzo 2010, n. 6. Il Piano Casa concede ampliamenti volumetrici del 20% per gli edifici mono e bifamiliari e gli uffici, a condizione che venga effettuata la riqualificazione dell’immobile. L’aumento di volume non potrà in ogni caso superare i 200 metri cubi e riguarda gli edifici già in possesso di abitabilità. Il premio di cubatura può invece arrivare fino al 35% in caso di demolizione e ricostruzione dell’edificio, a condizione che si utilizzino fonti di energie rinnovabili e tecniche costruttive di bioedilizia. Previsti anche interventi di ampliamento per le aree artigianali e la possibilità di realizzare Pparcheggi sotterranei.

La legge regionale n. 22/2012 ha prorogato fino al 26 novembre 2013 gli interventi consentiti dal Piano casa della Sardegna.

Altre regioni come  Lombardia, Basilicata, Puglia e, negli ultimi giorni del 2012 anche il Piemonte, hanno fissato al 31 dicembre 2013 il nuovo termine per la presentazione delle istanze.

 

Redazione Tecnica

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento