Decreto ILVA, Clini difende la norma: “Così più garanzie”

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Non è vero che il Decreto ILVA è un Salva ILVA. Al contrario, imponendo il risanamento ambientale alle fabbriche più inquinanti, si pone come un modello da applicare a tutti i casi di emergenza ecologica e sanitaria. Risponde così Clini in una nota pubblicata sul sito del Ministero dell’ambiente a chi, come Legambiente, accusa il Governo di avere prodotto una norma “pericolosa” (leggi anche Decreto ILVA, il testo e i contenuti).

Ricordiamo che il Decreto ILVA prevede che per tutti gli stabilimenti di interesse strategico nazionale, individuati con decreto e che impiegano almeno 200 persone, è possibile in sede di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) la prosecuzione dell’attività produttiva  per un periodo di tempo determinato non superiore a 36 mesi.

In caso di mancato adeguamento alle prescrizioni ambientali, le aziende rischiano una multa pari al 10% del proprio fatturato e l’adozione di provvedimenti di amministrazione straordinaria in caso di inadempienza.

“Il Decreto ILVA ora rafforza il ruolo dell’autorizzazione integrata ambientale e dei piani di risanamento delle grandi industrie, a cominciare dall’acciaieria ILVA di Taranto”, ha proseguito il Ministro Clini.

Il nome dell’acciaieria è in effetti citato esplicitamente all’art. 3 del Decreto ILVA, dove si legge che “A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, la società ILVA S.p.A. di Taranto è immessa nel possesso dei beni dell’impresa ed è in ogni caso autorizzata, (…), alla prosecuzione dell’attività produttiva nello stabilimento ed alla conseguente commercializzazione dei prodotti per un periodo di 36 mesi”.

Rischio incostituzionalità sul Decreto ILVA
Come hanno fatto notare alcuni giuristi e docenti universitari di diritto, però, penderebbe sul testo del decreto appena pubblicato il rischio di incostituzionalità, poiché le misure contenute entrerebbero in conflitto con il diritto alla salute, sancito dalla Carta Costituzionale.

Intanto, l’ambientalista Angelo Bonelli annuncia di aver spedito alla Corte di Giustizia europea e a quella dei Diritti umani una denuncia, perché il “decreto ILVA è incostituzionale e viola il diritto alla salute e ad avere un giusto ed equo processo”.

Gli risponde, indirettamente, il premier Monti che, a domanda specifica ha risposto qualche giorno fa di essere molto fiducioso sul decreto legge, che è stato approfondito in ogni aspetto: a cominciare da quelli di costituzionalità.

Redazione Tecnica

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