
“Ancora una volta si vogliono premiare i furbi, scaricando i costi, economici, sociali e ambientali, su chi rispetta le leggi: – aggiunge – i cittadini che chiedono le concessioni edilizie, le imprese di costruzioni che lavorano onestamente, i sindaci impegnati a tutelare il territorio che amministrano, le forze dell’ordine e i magistrati che si battono per affermare il rispetto delle norme”.
L’associazione in difesa dell’ambiente sottolinea che il nostro Paese ha bisogno di interventi di messa in sicurezza del territorio, di risanamento ambientale, di riqualificazione del patrimonio edilizio, “l’esatto contrario della politica dei condoni, che ogni volta produce nuovo abusivismo, moltiplica i cantieri illegali, saccheggia ed espone a nuovi rischi i territori, blocca i tentativi coraggiosi di procedere agli abbattimenti, che se pure con difficoltà in qualche parte d’Italia si cominciano a fare”.
In vista della discussione a Palazzo Madama del nuovo ddl, Legambiente ha attivato una raccolta firme, chiedendo a tutte le forze politiche presenti in Parlamento e al governo di impedire questo ennesimo scempio dell’ambiente e della legalità.
Hanno già firmato:
Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente
Luigi Ciotti, presidente di Libera
Roberto Saviano, scrittore
Donato Ceglie, magistrato Procura generale di Napoli
Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio nazionale degli architetti pianificatori, paesaggisti e conservatori
Gianvito Graziano, presidente Consiglio nazionale geologi
Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria
Stefano Pisani, sindaco di Pollica
Stefano Rodotà, giurista
Federico Oliva, presidente Istituto nazionale di urbanistica
Andrea Campinoti, presidente Avviso pubblico
Giusi Nicolini, sindaco di Lampedusa
Carlo Lucarelli, scrittore.
Per firmare la petizione di Legambiente
Fonte: Legambiente
come ho gia scritto in fb credo che sia necessario uscire dalla logica del condono al cementismo . ma convertire in recupero del patrimonio che abbiamo. e andare verso la sostenibilita ambientale . cosa che in questi anni ha lasciato dgradare sempre piu il territorio.
Tanta gente come me non comprende i motivi della avversità a qualsiasi ipotesi di condono da parte di Lega ambiente, di tante alte istituzioni e anche di Architetti, per abusi di minima entità che certo non hanno compromesso l’ambiente, ma che di fatto impediscono il rilancio dell’attività edilizia e la circolazione dei beni. Probabilmente non sanno che anche le loro abitazioni non sono in regola e questo a causa di demenziali normative che assimilano il progetto di una casa a quello di una automobile, si tolgano la curiosità di verificare la conformità urbanistica delle loro unità immobiliari e scopriranno di essere loro stessi alla mercè di un qualsiasi Vigile Urbano, che potrebbe denunciarli per un reato edilizio, il più delle volte inconsapevolmente commesso da altri, (ad esempio il precedente proprietario oppure dal costruttore).
In fondo almeno al nord dell’Italia, parliamo di abusi commessi per necessità decenni orsono e che, se mai sono stati accertati o repressi , ciò è dovuto al fatto che non comportavano di certo un danno all’ambiente e/o alla collettività.
Il reato edilizio per tali piccoli abusi è ormai prescritto ma senza condono i Giudici , invece che occuparsi di cose serie, dovranno ancora oggi essere impegnati, con immenso dispendio di tempo e di danaro, in migliaia di processi, per abusi edilizi costituiti da verande,tettoie, gazebi e piccoli ampliamenti per i quali accerteranno e sentenzieranno la avvenuta prescrizione.
Gli amici della Lega ambiente siano seri, e si interessino degli scempi del territorio che ogni giorno vengono perpetrati, ma sempre con regolari permessi edilizi rilasciati con la compiacenza delle pubbliche Amministrazioni , da Immobiliaristi e grandi Cooperative , sempre contrari , Loro, a ogni ipotesi di Condono edilizio. Loro costruiscono sempre “in regola”, e gravi danni subirebbero da un eventuale “condono edilizio” che sbloccherebbe la commercializzazione di tante unità immobiliari appartenenti a poveri privati e piccole imprese.
Tanti cittadini sono in attesa della riapertura del Condono ter (2003), per piccoli abusi, bloccato da molte regioni, e pur di togliersi quella spada di Damocle che pende sul loro capo ormai da decenni, sarebbero disposti a pagare profumatamente, ma di buon grado, l’aver esercitato un proprio diritto, represso dalla burocrazia, illegittimamente si, ma senza danneggiare ambiente e collettività.