
Non si arresta la crisi che accompagna, ormai da anni, il settore dei bandi pubblici per i servizi di ingegneria e architettura (progettazione, direzione dei lavori, coordinamento per la sicurezza, collaudo, misura e contabilità, ecc.). A darne conferma sono i dati del monitoraggio sui bandi di progettazione.
Nel terzo trimestre 2011, infatti, si assiste a un vero e proprio tracollo degli importi dei servizi messi a gara che calano del 43% rispetto allo stesso periodo 2010 (circa 111 milioni di euro contro i quasi 200 del terzo trimestre 2010) e del 33,9% rispetto ai quasi 170 milioni messi a gara nel periodo aprile-giugno 2011.
Maglia nera sono le aggiudicazioni inerenti ai servizi di ingegneria e architettura, che nel periodo esaminato hanno fatto registrare una perdita netta del 57% rispetto allo stesso trimestre del 2010
Il terzo trimestre 2011 ha visto anche l’entrata in vigore del “nuovo” Regolamento di esecuzione ed attuazione del Codice contratti pubblici di lavori, servizi e forniture” (d.P.R. 207/2010). I risultati di questi primi mesi, però, non sono incoraggianti. “La maggior parte delle stazioni appaltanti”, si legge nella presentazione del monitoraggio, “dimostra di non aver recepito le novità introdotte dal d.P.R. 207/2010, predisponendo bandi illegittimi, forieri di contenziosi che rallenteranno ulteriormente la realizzazione delle opere pubbliche”.
Monitoraggio sui bandi di progettazione luglio – settembre 2011
Lo strumento del Bando o del Concorso in generale sarebbe un ottimo strumento se non fosse viziato per sua stessa natura.
Quello che dovrebbe essere pensato come mezzo per fare accedere, magari a rotazione, anche giovani professionisti o per far si che non fossero sempre “gli stessi” ad aggiudicarsi i lavori o i progetti, si è strutturato sempre più come lo strumento adatto a premiare “a norma di legge” chi ha un corposo curriculum di opere.
Quando un bando per la progettazione di un ponte (ad esempio) chiede all’aspirante concorrente di avere già progettato, negli ultimi cinque anni, 4 ponti ed avere un fatturato di qualche milione di euro, ci si trova nella situazione che se nessuno concede ad un bravissimo giovane professionista di progettare il suo primo ponte non potrà mai averne fatti già 4.
Sembra la storia di un sistema autoreferenziante per cui “piove sempre sul bagnato”.
Allora cosa succede. Succede che i “bravi” fuggono all’estero dove si premia la capacità dimostrata piuttosto che quanto hai già fatto.
E allora la produttività è anche questo, perchè se il sistema si chiude su se stesso non può che collassare. E allora bisogna avere coraggio di aprire alle idee fresche, di riformare una sistema che sta lasciando a terra tutta la forza di spinta giovane e dinamica.
Bisogna avere la forza ed il coraggio di puntare sulla qualità e non sulla quantità.
Pensiamoci.