Parità di genere negli appalti pubblici, in Gazzetta una modifica al nuovo Codice dei Contratti

In vigore una modifica al nuovo Codice dei Contratti, che riguarda la promozione della parità di genere nel settore degli appalti pubblici e prevede premialità in favore delle imprese che adottano (e certificano) politiche tese al raggiungimento della parità di genere

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(Aggiornamento del 31 maggio 2023) Nel corso della seduta dell’11 maggio 2023, il Consiglio dei Ministri aveva autorizzato, su proposta del Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, la presentazione di due emendamenti governativi al disegno di legge di conversione del decreto legge n. 44 del 2023, attualmente all’esame della Camera dei deputati.

Come abbiamo visto, il primo emendamento riguardava le misure di incentivazione al cosiddetto housing universitario, per avviare le misure previste dal PNRR che vedono la disponibilità di risorse per 660 milioni di euro da destinare ad alloggi universitari (>> ne abbiamo parlato in questo articolo). Il secondo emendamento riguardava invece la promozione della parità di genere nel settore degli appalti pubblici.

Ma dopo meno di una settimana i due emendamenti sono stati ritirati, perché inammissibili per estraneità di materia, quindi per una “mera questione tecnica”, come era stato subito assicurato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.

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Ora la questione della parità di genere è stata definitivamente inserita all’interno del decreto-legge 29 maggio 2023, n. 57 (“Misure urgenti per gli enti territoriali, nonché per garantire la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per il settore energetico”) pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 124 del 29/05/2023 e in vigore dal 30 maggio.

Il provvedimento, che sarà presentato alle Camere per la conversione in legge, si struttura in quattro articoli. L’articolo 2, “Ulteriori disposizioni per la tempestiva attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, in particolare, introduce una modifica al Nuovo Codice Appalti (decreto legislativo n. 36 del 2023, in vigore dal prossimo 1° luglio).

L’articolo prevede il riconoscimento di premialità in favore delle imprese che adottano politiche tese al raggiungimento delle parità di genere comprovata dal possesso della relativa certificazione rilasciata ai sensi dell’articolo 46 bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna.

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All’articolo 108, comma 7, del decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, il quinto e il sesto periodo sono sostituiti dal seguente: “Al fine di promuovere la parità di genere, le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, il maggior punteggio da attribuire alle imprese per l’adozione di politiche tese al raggiungimento della parità di genere comprovata dal possesso della certificazione della parità di genere di cui all’articolo 46-bis del codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198.”.

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Ricordiamo che le bozze del nuovo Codice dei contratti circolate prima della discussione in Parlamento vedevano la certificazione di parità di genere esclusa dai requisiti premiali per il conseguimento del punteggio aggiuntivo, ma poi questa è stata reinserita al comma 7 dell’art. 108, dove si legge che “(…) Per ciascun criterio di valutazione prescelto possono essere previsti sub-criteri e sub-pesi o sub-punteggi” tra cui compare il seguente paragrafo: “Al fine di promuovere la parità di genere le stazioni appaltanti prevedono nei bandi di gara, negli avvisi e negli inviti, il maggior punteggio da attribuire alle imprese che attestano, anche a mezzo di autocertificazione, il possesso dei requisiti di cui all’art. 46-bis del codice delle pari opportunità”.

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Immagine: iStock/Johnce

Redazione Tecnica

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