La Direttiva Case Green cambia i Bonus Edilizi

Il testo della Direttiva EPBD approvata dal Parlamento Europeo entra nel merito anche dei Bonus Edilizi, che quindi cambieranno molto presto, a partire dallo stop a tutti gli incentivi per le caldaie a gas

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Come abbiamo visto, il 14 marzo scorso il Parlamento Europeo ha dato l’OK alla cosiddetta Direttiva Case Green, o Direttiva EPBD, che ora sarà oggetto del negoziato finale tra Consiglio UE ed esecutivo europeo per poi tornare in Plenaria.

Ricordiamo che il testo, così come approvato al momento, prevede che gli edifici residenziali raggiungano:

  • entro il 1° gennaio 2030 almeno la classe energetica E;
  • entro il 1° gennaio 2033 almeno la classe energetica D.

Ma il testo entra nel merito anche dei Bonus Edilizi, che quindi, si prevede, cambieranno molto presto. Ma cosa succederà?

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Stop bonus per caldaie a gas

Sia per i nuovi edifici sia per quelli esistenti in fase di ristrutturazione scatterà infatti il divieto di utilizzare sistemi di riscaldamento a combustibili fossili, e in questo contesto il testo della Direttiva affronta in modo chiaro il nodo delle agevolazioni edilizie, specificando che gli Stati membri non dovranno più offrire “incentivi finanziari per l’installazione di caldaie individuali che usano combustibili fossili (…) al più tardi da gennaio del 2024“.

I tempi sono molto stretti e non è chiaro come questo divieto sarà messo in pratica, ma il testo, così come è stato approvato, parla molto chiaro. Dal 2024 quindi salteranno tutti gli incentivi per le caldaie a gas.

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Ok bonus per sistemi ibridi e caldaie certificate

La Direttiva però esclude dal divieto i sistemi di riscaldamento ibridi (pompa di calore e caldaia a condensazione, controllati da una centralina unica) e le caldaie certificate per funzionare con combustibili rinnovabili come idrogeno o biometano.

Pare che questo correttivo sia stato decisivo per ottenere il sì dei popolari al provvedimento.

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Priorità incentivi pubblici per redditi bassi

L’obiettivo della Direttiva Case Green è quello di agire prioritariamente sul 15% degli edifici più energivori, ma ricordiamo che in Italia circa 1,8 milioni di edifici residenziali (su un totale di 12 milioni, dato Istat) sono in classe G, la più bassa.

Per sostenere il finanziamento di tutti gli innumerevoli interventi che saranno necessari, ha assicurato in conferenza stampa il relatore del provvedimento, Ciarán Cuffe (Verdi/ALE, IE), arriveranno fondi dal bilancio europeo e dalle istituzioni UE: “Molti fondi sono già disponibili nella struttura del Recovery and Resilience Facility ma ci sono anche fondi strutturali, il fondo sociale per il clima: tutti questi panieri finanziari saranno disponibili; inoltre la Bei si sta trasformando in una banca climatica, e sicuramente saranno in grado di fornire finanziamenti a basso tasso di interesse“.

Il testo della Direttiva comunque per ora prevede che gli incentivi debbano essere destinati prioritariamentea famiglie vulnerabili e a basso reddito“.

Edifici esenti dagli obblighi

A quanto si legge, e come era già stato anticipato, ci saranno comunque delle eccezioni. Ad esempio potranno essere esclusi dal raggiungimento degli obiettivi gli edifici tutelati e di particolare pregio storico e architettonico, i luoghi di culto, gli edifici temporanei, gli immobili autonomi con una superficie inferiore ai 50 metri quadrati, e le seconde case (se utilizzate per meno di quattro mesi all’anno).

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Immagine: iStock/Eoneren

Redazione Tecnica

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