F24 o cartolarizzazione crediti incagliati? ANCE e ABI chiedono misura tempestiva per ripartire

Le due associazioni chiedono di ampliare la capacità di acquisto delle banche utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche

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Sono due le proposte presentate dalle parti al tavolo di Governo per cercare di risolvere la questione crediti incagliati: la prima è quella di procedere con la cartolarizzazione, la seconda prevede l’utilizzo di una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche.

A tal proposito, la presidente dei costruttori dell’ANCE Federica Brancaccio, ha dichiarato: “Stimiamo crediti incagliati legati ai bonus immobiliari per circa 15 miliardi di euro. Abbiamo avanzato una proposta per l’uso degli F24 dei clienti delle banche. La cartolarizzazione? Se c’è una soluzione va bene, ma basta che sia rapida e non di mesi”.

L’ABI e l’ANCE sostengono l’ipotesi F24 e attraverso un comunicato stampa, hanno dichiarato che il Decreto Legge n.11 del 16 febbraio 2023 fornisce chiarimenti relativamente al regime della responsabilità solidale nei casi di accertata mancata sussistenza dei requisiti che danno diritto alla fruizione dei bonus edilizi e può contribuire a riattivare le compravendite di tali crediti di imposta. Tuttavia, i tempi del riavvio di tali compravendite non sono compatibili con la crisi di liquidità delle tante imprese che non riescono a cedere i crediti fiscali maturati.

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Il Governo si è detto propenso all’ascolto delle proposte per risolvere il problema dei crediti incagliati, ma al momento si escludono eventuali modifiche al Decreto Legge n.11.

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Necessario ampliare capacità di acquisto banche

Per Brancaccio c’è una crisi di liquidità che rischia di far fallire migliaia di imprese e di far saltare la grande opportunità rappresentata dal PNRR.

In rappresentanza dei costruttori, ANCE chiederegole certe e chiare, stabili nel tempo e sostenibili economicamente che consentano programmazione alle imprese per gli investimenti e ai cittadini per le scelte”. La presidente spiega: “Giusto guardare alle coperture ma bisogna ricordare che il Superbonus è nato in un momento di crisi per dare una spinta all’economia e l’ha data. Poi ci sono state modifiche. Questo mina le certezze. La sfiducia tra Stato e cittadini ha un costo sociale altissimo. Se nessuno si fida, tutto si blocca. Con un risvolto anche economico oltre che nelle urne”

Per ABI e ANCE è necessaria una misura tempestiva che consenta immediatamente alle banche di ampliare la propria capacità di acquisto utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dalle banche.

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Foto:iStock.com/Niall

Redazione Tecnica

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