Superbonus e cessioni credito: asseverazioni con video? I professionisti non ci stanno

I professionisti non sono d’accordo. La richiesta di produrre asseverazioni video non può essere soddisfatta. Ecco perché

Simona Conte 20/09/22
Scarica PDF Stampa

Inarsind definisce inaccettabile la richiesta di asseverazioni con video (con tanto di istruzioni esplicative) che è stata avanzata dalla società Deloitte che gestisce la cessione del credito per uno dei maggiori operatori finanziari come IntesaSanPaolo.

Questa inaspettata e ultima novità in fatto di Superbonus è del 16 settembre e “asseverazione con video” potrebbe essere il titolo di una delle puntate clou (vista l’imminente scadenza dei termini per godere della super agevolazione per le unifamiliari) dell’interminabile serie tv “Superbonus” con colpi di scena sempre pronti a stupire il pubblico (rappresentato dai contribuenti) ma anche e soprattutto gli addetti ai lavori (che sono i tecnici).

>> Vorresti ricevere news come questa? Clicca qui, è gratis

Scherzi a parte, su questa nuova condizione imposta dalla società, l’associazione sindacale di Architetti e Ingegneri Liberi Professionisti si è fatta portavoce delle proteste sollevate dalla categoria a seguito della richiesta della società di inserire nella Piattaforma Deloitte (banca e cessione del credito) un video per ogni asseverazione rilasciata della durata massima di 5 minuti.

Durante il video deve essere inquadrato il volto del tecnico e l’immobile oggetto di intervento. Quest’ultimo non solo dovrà essere riconoscibile, ma è necessario inquadrare il cartellone di cantiere, il numero civico, il contesto urbanistico e il tecnico dovrà citare espressamente gli importi e gli interventi asseverati, mostrando tutti i lavori eseguiti.

Inoltre, la richiesta è quella di presentare un video per singolo SAL (qualora fosse previsto o un  video nella fase di Fine Lavori), un video per singola asseverazione: Asseverazione ENEA 110%, Asseverazione Sismica 110% e Asseverazione bonus inferiori al 110%.

L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, della Provincia di
Prato, attraverso un comunicato stampa, ha espresso il proprio sconcerto in merito alla richiesta. RPT ha annunciato una diffida.

Vediamo nel dettaglio quale è stata la replica di Inarsind alla società e quale posizione è stata assunta dall’Ordine APPC della Provincia di Prato e cosa dice RPT in merito.

Leggi anche: Superbonus unifamiliari. Per certificare lavori al 30% occorre documentazione probatoria

Inarsind: la richiesta offende la categoria

Inarsind, attraverso una lettera inviata a Deloitte, afferma:

“Si tratta di una richiesta che innanzitutto offende intere categorie di professionisti perché denota al di là di ogni reale intenzione, un pregiudiziale sospetto verso la non veridicità dell’asseverazione già prevista e che da sola dovrebbe essere considerata, come lo è per le norme che regolano la materia, sufficiente ad attestare la responsabilità del professionista. Invece si richiede che venga aggiunta la prova, trascurando che l’asseverazione non è una semplice affermazione, ma è già una Certificazione, nei modi previsti dalla legge, della verità di un fatto, di un documento, di una dichiarazione, o della conformità al testo originale di una traduzione”.

L’associazione sindacale ha poi aggiunto: “tralasciamo gli ulteriori oneri che dalla richiesta derivano nella conduzione dei lavori, dal momento che comunque lo si voglia vedere (è il caso di dirlo) un video a cui si attribuisce una così determinate importanza dovrà essere eseguito da personale adeguato per numero e qualifica. Non ci sembra, invece, sia da trascurare che questa richiesta giunge nuova e non prevista da alcun iniziale accordo sottoscritto tra Deloitte e l’asseveratore, non supportata da alcuna norma che la preveda e che per i SAL emessi la reale fattibilità di quanto richiesto, ovvero confermare gli importi e gli interventi asseverati, inquadrando le lavorazioni eseguite potrebbe risultare impossibile, ponendo in serie difficoltà Professionisti e Committenti”.

>> Responsabilità solidale per chi acquisisce i crediti solo in caso di dolo o colpa grave

“Riteniamo inoltre – insiste Inarsindche non siano state adeguatamente valutatele le conseguenze in materia di tutela della privacy nella produzione di un video che, inevitabilmente, comprenderebbe parti di abitazioni private che, pur non oggetto di bonus sarebbero coinvolte dalle riprese. Vi invitiamo quindi a recedere dalla richiesta avanzata favorendo, con ciò, gli adempimenti che gli assevera tori sono chiamati ad assolvere per la realizzazione di opere che, pur nel travagliatissimo percorso che ne ha contraddistinto l’attuazione, consideriamo di utilità per l’intero Paese”.

L’associazione sindacale attraverso la missiva, fa presente una serie di aspetti da non sottovalutare, quali: l’effettivo valore certificativo delle asseverazioni, l’obbligo non previsto da alcuna norma di produrre contenuti video e i non meno importanti risvolti legati al rispetto della privacy.

Non perderti: Bonus Mobili, come ripartire la detrazione nel modo più conveniente

Consiglio APPC Provincia Prato: no ai video last minute

L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, della Provincia di Prato esprime la propria posizione in merito alla richiesta avanzata negli ultimi giorni dalla piattaforma Deloitte di produrre dei video a dimostrazione della veridicità delle dichiarazioni redatte dai professionisti per provare di aver eseguito almeno il 30 % dei lavori del Superbonus ai fini della cessione del credito.

Nel comunicato stampa diffuso si legge che “lo sconcerto deriva dal fatto che una piattaforma come Deloitte che gestisce la cessione del credito per uno dei maggiori operatori finanziari come IntesaSanPaolo richiede ulteriore documentazione e adempimenti ai professionisti a soli 14 giorni dalla scadenza del 30 settembre. Tale richiesta risulta da un lato intempestiva e vessatoria, andando a scontrarsi con la programmazione dell’attività lavorativa impostata a tal fine dai professionisti, dall’altro rappresenta un appesantimento di adempimenti non obbligatorio e non richiesto dalla normativa”.

L’Ordine precisa che è comprensibile la necessità da parte degli operatori finanziari di tutelarsi contro eventuali truffe, ma a tal fine è assurdo che vengano richiesti ulteriori dimostrazioni di veridicità delle dichiarazioni dopo aver richiesto di:

  • produrre l’asseverazione dei tecnici,
  • sottoscrivere una specifica polizza a copertura della quota del SAL verificata anche da Enea,
  • inviare obbligatoriamente una pec ai committenti e all’impresa contenente dichiarazioni e tutta la documentazione probatoria possibile (foto, sal, dichiarazioni del professionista, libretto delle misure).

Per l’Ordine tutto ciò: “è sintomo di una profonda mancanza di rispetto nei confronti delle nostre categorie professionali che stanno impiegando da tempo tutte le proprie energie e competenze a servizio della collettività, andando a fornire un servizio pubblico nello spirito della sussidiarietà come ci viene richiesta dalla pubblica amministrazione. Le regole non si cambiano in corsa, e non si impongono last minute 10 gg prima delle scadenze”.

Inoltre nel comunicato viene precisato che si tratta di una presa di posizione non contrattabile e che si spera venga accolta dalla società: le asseverazioni espongono i tecnici a responsabilità professionale civili penali e patrimoniali; le garanzie già ci sono.

Hai già visitato la sezione Risorse Gratuite di Ediltecnico?

Qui trovi ebook e corsi online utili per la professione

RPT: professionisti tecnici annunciano la diffida

La Rete Professioni Tecniche sulla questione ha espresso la più assoluta indignazione per questa incredibile iniziativa che va assolutamente respinta per una serie di precisi motivi elencati in un comunicato stampa diffuso dall’associazione.

RPT comunica che tale complicazione procedurale non trova alcun tipo di appiglio normativo, né l’iniziativa può avere un impatto in merito alla responsabilità della banca, dato che il dolo o la colpa grave della stessa non possono seriamente sussistere in presenza di crediti correttamente asseverati.

Per la Rete si tratta di un appesantimento burocratico che non solo viola l‘art. 1341 del Codice dei Contratti (vessatorietà), ma non ha nemmeno alcun rilievo rispetto alle vigenti disposizioni in materia di antiriciclaggio o di responsabilità dell’impresa. Infine, l’iniziativa da un lato si configura come un’evidente violazione della privacy, dall’altro rappresenta un pericoloso precedente.

Alla luce delle considerazioni sopra, RPT ha annunciato una diffida alla società Deloitte e,
contestualmente sottoporrà la questione alla Commissione di monitoraggio, alle istituzioni e a tutte le forze politiche.

Consigliamo

Foto:iStock.com/PeopleImages

Simona Conte

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento