
Anche se il quinto Conto Energia non è lo strumento adatto per accompagnare il fotovoltaico verso la grid parity, il settore non è morto ma è invece importante trovare soluzioni per affrancarlo dal meccanismo degli incentivi in conto energia. A parlare è il presidente del Gruppo imprese fotovoltaiche italiane, l’ing. Valerio Natalizia, intervenuto a ZeroEmission Rome nel convegno sul ruolo del fotovoltaico nella Strategia Energetica Nazionale, di cui Ediltecnico.it ha parlato nei giorni scorsi (leggi anche Nuova strategia per l’energia, difficile rilanciare gli idrocarburi).
“Nonostante le difficoltà attuali il fotovoltaico ha tutti i numeri per continuare a generare benefici per l’economia nazionale anche dopo l’esaurimento degli incentivi del quinto conto energia”, ha detto nel suo intervento Natalizia, dando un messaggio positivo dopo tante previsioni e notizie che presagivano la fine dello sviluppo del fotovoltaico nel nostro Paese.
Ma Natalizia non resiste a dare una stoccata a quanti, in questi giorni, hanno accusato il Governo per la sua azione. “È inutile e dannoso a nostro parere attaccare le istituzioni per gli errori fatti, come alcuni operatori del settore stanno facendo, quando vi sono le possibilità di lavorare su misure a costo zero per sostenere il mercato italiano del fotovoltaico in un’ottica di sviluppo moderato ma costante nel tempo” (leggi anche Quinto Conto Energia, AES prepara un Flash Mob a ZeroEmission)
Le proposte del GIFI per il “dopo” Quinto Conto Energia
– la regolamentazione della vendita diretta dell’energia elettrica attraverso contratti tra soggetti privati;
– la semplificazione dei processi autorizzativi che ad oggi incidono per il 69% sul costo di sviluppo di un progetto fotovoltaico;
– un maggiore focus sull’autoconsumo per stimolare le tecnologie dell’accumulo;
– sgravi fiscali per assunzioni nelle imprese che operano nel settore e per le attività di ricerca e sviluppo;
– bonus fiscali sugli investimenti iniziali e sui redditi da vendita dell’energia.
A mio parere ci sono interessi particolari di qualche parte politica a produrre meno da fonti rinnovabili a vantaggio di gasdotti e petrolio.
Se il problema era risparmiare sugli incentivi, bisognerebbe fare bene i conti e vedere quanto l’indotto porta in termini di fatturato sano (niente evasione e quindi tasse pagate), quanti lavoratori andranno in cassa integrazione nei prossimi mesi e quante persone smetteranno di investire e creare lavoro.
A conti fatti non c’è un risparmio… anzi, stanno facendo un danno enorme in un periodo dove bisogna valutare bene come si fanno le leggi.
Ma d’altra parte funziona così… o no ?? Il modo di fare politica è:
“Cerchiamo di fare le leggi che abbiano una parvenza di risparmio collettivo con lo solo scopo di avere un ritorno economico personale..”
Che schifo !!!!
Mauro Signori