Ilva, Clini: “procedure di valutazione ambientale troppo lunghe”

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Continua a tenere banco sui media nazionali la vicenda dell’Ilva di Taranto, colosso siderurgico che per decenni ha dato lavoro a tanti cittadini del territorio, ma che al tempo stesso è stata causa di inquinamento di tutta l’area, compromettendo la salute non solo dei lavoratori, ma anche delle loro famiglie residente sul suolo tarantino.

Ricordiamo che venerdì scorso il gip presso il Tribunale di Taranto Patrizia Todisco,  ha disposto i  sigilli a sei reparti a caldo dell’acciaieria e otto provvedimenti di arresti domiciliari per i dirigenti della Ilva SpA (vedi anche “Ilva spa Taranto, inquinamento e lavoro non vanno d’accordo“).

Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini è intervenuto durante il Consiglio dei Ministri sull’argomento e nella mattina di oggi è intervenuta alla Camera e al Senato per un’informativa urgente sulla vicenda.

Davanti ai Deputati di Montecitorio il ministro ha sottolineato che in Italia le procedure di valutazione ambientale sono molto lunghe.

“La procedura per l’autorizzazione integrata ambientale di ILVA è cominciata nel 2007 e si è conclusa nel 2012: – ha sottolineato Clini –  una procedura troppo lunga, se comparata con quella degli altri Paesi europei e, spesso, che rischia di essere fuori fase rispetto anche agli investimenti nelle tecnologie. C’è il rischio di individuare come soluzioni tecnologiche, all’inizio della procedura, soluzioni che alla fine della procedura stessa sono già. superate”.

“Da questo punto di vista, il mio impegno è stato subito quello di cercare di verificare, d’accordo con la regione Puglia e con il Ministero dello sviluppo economico, la strada per semplificare tale procedura, entrare direttamente nel merito ed individuare, secondo quanto previsto dalle direttive europee, le misure tecnologiche migliori al costo minore, perché la direttiva europea, naturalmente, prevede che il risanamento ambientale avvenga tenendo conto anche dell’esigenza di sostenibilità economica – ha aggiunto – .
Questo è il lavoro che abbiamo avviato da un mese, più o meno, da quando, cioè, il Presidente del Consiglio Monti ha istituito il tavolo del Governo con la regione e con le autorità locali per affrontare, con una visione integrata, il problema di Taranto e non solo dell’ILVA”.

“A Taranto, nel periodo 2003-2005 e poi 2006-2008, vi è stato un eccesso di mortalità per tumori, che ha una caratteristica abbastanza articolata, cioè non sono identificati in particolare soltanto tumori che possono avere una relazione diretta causa-effetto tra l’ambiente e la salute e perciò tra fattori di rischio ambientale, ma l’analisi ha messo in evidenza che si ha uno spettro più ampio, sia nella popolazione femminile che nella popolazione infantile, il che non esclude che vi sia un rapporto tra rischi ambientali e danno alla salute; però questo richiede un’indagine più complessa. Quello che però emerge anche dall’indagine che è stata effettuata dai periti della procura della Repubblica di Taranto è che siamo in presenza di dati che fanno riferimento a malattie che, comunque, hanno la caratteristica di un decorso, di un’evoluzione lunga, e hanno la caratteristica, quando non sono tumori, della cronicità”.

Gli alti dirigenti dell’azienda  sono stati chiamati nella giornata di ieri davanti al giudice e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere  in attesa dell’udienza di venerdì prossimo del Tribunale del riesame.

I lavoratori, la parte debole di tutta la vicenda, hanno organizzato in questi giorni manifestazioni e scioperi, per manifestare la loro preoccupazione sul loro futuro lavorativo. Stasera a Taranto è prevista una fiaccolata con la partecipazione dei sindacati.

“Mettere in contrasto il lavoro e la salute, l’industria e l’ambiente credo che sia figlio di una cultura della sconfitta che noi dobbiamo sconfiggere – ha sottolineato il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola a Radio Anch’io – occorre invece lavorare perchè la vita e il lavoro, l’ambiente e l’industria possano trovare il più avanzato degli equilibri. E tanto più lo si può fare oggi considerando che sono a disposizione moderne tecnologie che consentono drastici abbattimenti degli impatti ambientali e dello spandimento dei veleni che assediano la vita delle comunità, come ad esempio quella di Taranto”.

A margine dell’incontro sul regolamento per la legge di valutazione del danno sanitario, l’assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini, ha dichiarato che “la legge sulla valutazione del danno sanitario costituisce un elemento di innovazione in un territorio, nel campo della connessione causa-effetto, del tutto inesplorato. E’ necessario, proprio per la delicatezza dei temi e per la novità del campo in cui ci si muove, di ponderare le scelte e lavorare entro una cornice metodologica ben definita, fissando obiettivi a breve termine ed immaginare anche scnari di breve e medio termine”. “Le strutture presenti rappresentano il meglio delle competenze esistenti sul territorio regionale sia in termini di valutazioni ambientali che per quello che riguarda il quadro sanitario ed epidemiologico. Il compito del comitato è quello di incrociare queste competenze e metterle al servizio della nuova legge regionale”.

Il problema dell’Ilva di Taranto trova spazio anche alle Olimpiadi di Londra 2012  con una dedica tutta speciale e forse inattesa.

Il tiratore danese Anders Golding, arrivato al secondo posto nella gara di tiro a volo, ha deciso di dedicare la medaglia d’argento ai lavoratori dello stabilimento di Taranto.  L’atleta danese conosce bene l’area dell’azienda perchè  viene ad allenarsi durante l’inverno nel poligono presente all’interno della fabbrica.

 

Redazione Tecnica

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