La casa a basso consumo che custodisce un gioiello della meccanica

Scarica PDF Stampa

Ciascuno di noi conserva oggetti appartenuti ai propri cari, che ne mantengono vivo il ricordo. Per la proprietaria di questa abitazione, uno degli oggetti in questione è il prototipo di un’autovettura da corsa realizzata dal padre Aquilino Branca, pilota e costruttore noto fra gli anni ’50 e ’80.

Dopo aver partecipato a competizioni prestigiose come la 1.000 Miglia e il Gran Premio di Monaco, Branca si dedicò alla costruzione di vetture sport, passando poi alle monoposto (Formula 3, Formula Junior, etc.). Ottimi risultati arrivarono anche dalla preparazione dei propulsori per le gare di motonautica, con la vittoria di due campionati mondiali e di uno europeo nella classe R1.

L’intervista ai progettisti

La scuderia aveva sede in provincia di Milano, dove è stata recentemente costruita questa casa su progetto dell’arch. Walter Villa (collaboratore senior di UrbanStudio) con Dario Vanetti (titolare del medesimo) e Marcello Pari.

“L’edificio è stato realizzato con una struttura a telaio in legno ma presenta un’immagine decisamente contemporanea. Abbiamo infatti rielaborato una tipologia edilizia tradizionale – la casa unifamiliare con il tetto a capanna – inserendo elementi in grado di alleggerire e rendere più dinamici i volumi, che si confrontano con un contesto urbano eterogeneo.Mi riferisco, ad esempio, alla cesura fra le due falde principali, che segna la separazione fra zona giorno e zona notte dando origine alla pensilina esterna che cinge esternamente il fronte verso strada, sottolineata dal rivestimento in lamine metalliche di colore scuro, fissate con il sistema a doppia aggraffatura.

Il principale vincolo progettuale è stata la volontà della committente di disporre di tutti gli spazi domestici più importanti al piano terreno, mettendo nell’interrato quelli di servizio; tra gli spazi a piano terra è compreso il garage che accoglie uno dei prototipi realizzati dalla Squadra Corse Branca, una splendida biposto spider dalla livrea verde e gialla che può essere allestita anche come biposto chiusa.”

In corrispondenza del box la pelle metallica avvolge interamente la facciata…

“Si tratta dell’area dell’edificio che accoglie le funzioni di servizio, che abbiamo voluto differenziare rispetto al resto della costruzione. Questa scelta ha posto il problema di individuare dei dispositivi di chiusura di dimensioni adeguate e predisposti per essere rivestiti.

Rivolgersi a Hörmann è stata la soluzione più semplice e immediata e – con il senno di poi – la più efficace. Avevamo già avuto modo di conoscere i loro prodotti – la cui qualità è nota –apprezzandone la varietà delle soluzioni, durante la stesura di alcuni computi metrici e capitolati per interventi a destinazione commerciale. Questa è stata la prima volta che li abbiamo utilizzati in un’applicazione di dimensioni tutto sommato modeste.”

Come sono stati lavorati i portoni?

“Il telaio del portone sezionale è arrivato in cantiere già verniciato dello stesso colore delle lamiere e provvisto di pannelli termoisolanti; sul telaio sono state agganciate le guide che reggono le piegature dell’aggraffatura. Le lamiere sono state tagliate in misura, avendo cura di allineare la piega centrale con l’incavo della guida sovrastante il portone.

Il portone basculante è stato fornito solo come telaio anch’esso già verniciato, poi riempito con pannelli in legno per esterni, per conferirgli il peso idoneo a permettere il funzionamento dei meccanismi; il tutto è stato poi rivestito sempre con lamine metalliche. I dettagli relativi al sistema di rivestimento sono stati concordati con l’agente Hörmann e poi realizzati in sito dal lattoniere, che ha compiuto un ottimo lavoro.”

Siete soddisfatti del risultato raggiunto?

“Certamente sì. In generale, mi piace pensare che la qualità di un progetto non dipende dalle sue dimensioni, ma dalla cura prestata nella sua ideazione e realizzazione. Ovviamente tutto è migliorabile ma, almeno in questo caso, possiamo vantare di aver contribuito a creare una buona architettura”.

Il prodotto: portone sezionale Hörmann ALR F42

Il garage annesso all’abitazione, che ospita il prototipo di auto da corsa, è equipaggiato con un portone sezionale Hörmann ALR F42 (larghezza 2.390 mm; altezza 2.160 mm), installato in applicazione L (architrave ridotto con tecnologia delle molle a torsione) e dotato di motorizzazione Supramatic H (velocità 22 mm/s).

Si tratta di un portone di tipo industriale composto da pannelli in profili tubolari estrusi di alluminio anodizzato (nella versione Thermo anche a taglio termico) spessi 42 mm, tutti dotati di protezione salvadita; nel pannello inferiore è presente il riempimento in poliuretano con rivestimento in lamiera di alluminio goffrato sul lato interno.

Si tratta di un prodotto particolarmente versatile, concepito proprio per favorire la personalizzazione a seconda delle esigenze sia con rivestimenti applicati – come nel caso del rivestimento in lamiera d’alluminio verniciata a caldo, fissata in doppia aggraffatura – sia con diverse tipologie di vetrature.

Il garage indipendente dall’abitazione, utilizzato come box per l’auto di uso quotidiano, dispone invece di un portone basculante Hörmann Berry N80 (larghezza 2.680 mm; altezza 2.195 mm), rifinito con il motivo 905 e dotato di motorizzazione SupraMatic E.

Concepita per il riempimento personalizzato, la struttura in telaio d’acciaio del motivo 905 costituisce la solida base tecnica sulla quale allestire il rivestimento più adatto alle diverse necessità, integrando armonicamente il portone con il resto della composizione.

La commessa è stata seguita direttamente dall’Area manager Hörmann Davide Farina. I portoni Hörmann ALR F42 e Berry N 80 sono stati forniti dall’Agenzia di rappresentanza Ziosi, a cura dell’agente Giorgio Ziosi.

www.hormann.it

Redazione Tecnica

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento