Dissesto idrogeologico, l’alternativa al prestito Bei

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Il ministero dell’Ambiente sta studiando un’alternativa al prestito Bei da 800 milioni (rimborsabili in 20/25 anni) per finanziare i prossimi investimenti di messa in sicurezza del territorio per far fronte al dissesto idrogeologico. Il piano prevede un miliardo circa, senza però indebitare lo Stato utilizzando finanziamenti ordinari a disposizione del ministero (150 milioni all’anno) e una quota del Fondo investimenti sul quale sta lavorando il ministero dell’Economia (circa 500 milioni).

Utilizzare le risorse disponibili

Secondo il ministero dell’Ambiente al momento non c’è un problema di risorse. Manca, invece, in qualche caso, la capacità di spendere, come dimostrano le difficoltà che sta incontrando il piano aree metropolitane: dove gli investimenti sono lenti e si registrano molti interventi fermi alla fase di progettazione. Le risorse già disponibili sarebbero quindi sufficienti e sarebbe utile solo un piccolo aiuto che dovrebbe arrivare dal Fondo investimenti da 47 miliardi, in via di definizione.

Nel dettaglio, Il ministero dell’Ambiente ha chiesto 500 milioni di euro dal maxifondo, da investire per completare la prima fase del piano aree metropolitane da 1,2 miliardi ( momento sono stati stanziati solo 800 milioni). A questo vanno aggiunte le risorse ordinarie di bilancio, che verranno concentrate sul Centro Nord, dove serve investire, visto che il Sud ha già ricevuto sia i fondi dei Patti per il Sud sia la l’80% del Fondo sviluppo e coesione.

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L’alternativa al prestito Bei

Per le risorse idriche, il territorio e le bonifiche, il ministero dell’Ambiente potrà disporre di 241 milioni di euro nel 2017, 292 milioni nel 2018 e 251 milioni nel 2019 e almeno 150 milioni all’anno potrebbero andare al Centro Nord, per rimettere in equilibrio gli impegni degli anni scorsi. Aggiungendo a queste cifre i 500 milioni del fondo investimenti si arriva ad una cifra molto vicina a quella ipotizzata con il prestito Bei ma in questo modo si eviterebbe di indebitare lo Stato a lungo termine.

Redazione Tecnica

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