Lombardia, cambiano le regole per cave e attività estrattiva

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Cambiano le regole per l’attività estrattiva e le cave in Lombardia. Lo stabilisce il nuovo progetto di legge approvato dalla Giunta regionale che fissa nuove disposizioni a maggiore tutela del suolo e dell’ambiente. Semplificato anche l’iter procedurale e nuovo ruolo riconosciuto a Consiglio regionale, Province e Comuni.

Elemento forte del nuovo progetto di legge è l’incentivazione al recupero del materiale inerte “che, se appositamente trattato, vale tanto quello cavato ex novo. Con la differenza che non erode ulteriormente il territorio”, ha detto l’assessore all’ambiente Raimondi.

Un nuovo iter per la Pianificazione attività estrattive
Se prima erano le Province a sottoporre il proprio Piano alla Giunta regionale che, una volta validato, lo sottoponeva al Consiglio per il via libera definitivo, ora è il Consiglio regionale a svolgere le funzioni di indirizzo politico e di programmazione. In pratica l’Aula dovrà redigere un ‘macropiano’ lombardo, che definisce le linee guida sulle quali dovranno innestarsi poi le singole pianificazioni provinciali.

A questo punto le Province potranno predisporre i programmi di localizzazione della cava sul loro territorio.

Sono stati inoltre introdotti meccanismi preferenziali per l’inserimento nei Programmi dei poli estrattivi, per i quali intervengono accordi preliminari fra Comune e operatore. Questo privilegia la condivisione a livello locale delle scelte ubicative, favorendo così una maggiore accettazione delle cave a livello locale, nonché la riduzione del contenzioso. Nella proposta di legge è stato poi superato il concetto di Ambito territoriale estrattivo (Ate) dall’introduzione e dall’applicazione delle recenti normative in tema di valutazione ambientale e di pianificazione territoriale (Via e Vas).

Obiettivo -20% di cave per inerti
L’obiettivo, quindi, è di definire meccanismi per garantire un minor fabbisogno di materiali e quindi di cave; per questo sarà obbligatorio tener conto di quanto già disponibile sul mercato. In sostanza, la cava deve essere l’ultima istanza per soddisfare i fabbisogni di inerti.

Sarà incentivato il trattamento dei rifiuti direttamente in loco, favorendo così il riciclo dei materiali stessi ed evitando ulteriori scavi. Le autorizzazioni di questi impianti sono delegate ai Comuni, unitamente all’autorizzazione della Cava.

Le aziende del settore vengono incoraggiate al riutilizzo, con meccanismi che consentono di poter impiegare il materiale risparmiato anche in un maggior arco temporale rispetto alla vigenza del Piano: se il materiale è riciclato, perciò, è più vantaggioso usarlo. Ancora, il Consiglio si occupa dei criteri per le scelte di localizzazione dei poli estrattivi, i fabbisogni estrattivi, le modalità di coltivazione e di recupero delle aree di cava.

Recupero delle cave
Prioritari l’uso pubblico delle aree recuperate e la loro cessione gratuita agli enti locali, qualora siano previsti dalla pianificazione urbanistica. Il recupero sarà certificato dalla Provincia e sarà da realizzare durante la gestione dell’attività, per lotti di durata massima triennale, limitando gli impatti dell’attività e favorendo la restituzione del territorio alle comunità locali.

Un marchio di qualità per i materiali
Infine il progetto di legge su cave e attività estrattive avrà l’obiettivo di favorire l’incremento della competitività delle imprese lombarde del settore con l’istituzione di marchi di qualità dei materiali inerti e con il riconoscimento di incentivi alle ditte che operano secondo criteri di qualità produttiva e ambientale.

Fonte Regione Lombardia

Redazione Tecnica

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