Sismabonus, Delrio firma. La classificazione del rischio sismico è imperfetta ma necessaria

Andrea Barocci 28/02/17
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Questo pomeriggio il Ministro Delrio ha finalmente emanato il Decreto che darà attuazione all’ormai famoso Sismabonus, previsto nella Legge di Bilancio 2017. Dal 1° marzo 2017 si potrà accedere ufficialmente al Sismabonus e ai relativi incentivi fiscali. Clicca qui per scaricare il Decreto. Clicca qui per scaricare invece le Linee Guida.

L’idea iniziale venne dal manifesto “Classificare la vulnerabilità sismica dei fabbricati – Come certificare la sicurezza e la sostenibilità del patrimonio immobiliare favorendo lo sviluppo economico” che l’Associazione ISI Ingegneria Sismica Italiana pubblicò nel maggio 2013. Nell’autunno dello stesso anno l’allora Ministro Lupi istituiva un Gruppo di Studio “per la proposizione di uno o più documenti normativi per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni, finalizzata all’incentivazione fiscale di interventi per la riduzione dello stesso rischio” per il quale venne assegnata ad ISI la funzione di Segreteria Tecnica.

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Dopo quattro anni dunque, il documento ha visto la luce; definisce 8 Classi di Rischio, con rischio crescente dalla lettera A+ alla lettera G. La determinazione della classe di appartenenza di un edificio può essere condotta secondo due metodi, tra loro alternativi, l’uno convenzionale e l’altro semplificato, quest’ultimo con un ambito applicativo limitato.

Il metodo convenzionale è concettualmente applicabile a qualsiasi tipologia di costruzione; è basato sull’applicazione dei normali metodi di analisi previsti dalle attuali Norme Tecniche e consente la valutazione della Classe di Rischio della costruzione sia nello stato di fatto sia nello stato conseguente all’eventuale intervento.

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Il metodo semplificato si basa su una classificazione macrosismica dell’edificio; è indicato per una valutazione speditiva della Classe di Rischio dei soli edifici in muratura e può essere utilizzato sia per una valutazione preliminare indicativa, sia per valutare, limitatamente agli edifici in muratura, la classe di rischio in relazione all’adozione di interventi di tipo locale.

Senza addentrarci negli aspetti tecnici, che ogni professionista da oggi in poi studierà approfonditamente, riporto alcune considerazioni.

Il documento è perfetto? No. Le linee guida sono sicuramente perfettibili, a partire dal titolo. Il documento infatti classifica esclusivamente la vulnerabilità e non il rischio. [1]

Per il resto, si tratta a mio avviso di un importante cambio di passo sia per i professionisti che per la società, quindi è normale un affinamento progressivo  e un riscontro sereno e obiettivo a seguito dell’attuazione.

Il documento era necessario? Sì. Si per almeno tre ragioni.

. Perché il nostro deficit nei confronti della riduzione del rischio sismico è aumentato talmente tanto che qualsiasi procedura che possa accendere l’attenzione su questo problema è vitale, nel senso letterale del termine.

. Per un motivo tanto banale quanto sconcertante: il patrimonio edilizio è più vecchio delle normative che ne devono garantire la sicurezza.

. Perché anche il cittadino deve avere consapevolezza del proprio patrimonio, anche a discapito del portafoglio. Deve finire il tempo in cui il valore di un immobile deriva dagli intonaci e dalle piastrelle.

Ultimo aspetto, non marginale, è che la classificazione deriva comunque da valutazioni di sicurezza effettuate ai sensi delle NTC; ciò significa che sono necessari professionisti preparati e consapevoli, abituati a “maneggiare” gli edifici esistenti e a dedicare loro il giusto tempo, con equilibrio tra uso del software e occhio esperto. Tradotto, trovo difficile che si manifesterà l’effetto “GroupOn” come per la certificazione energetica.

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[1] Il RISCHIO è formato dal prodotto tra pericolosità, esposizione e vulnerabilità. La pericolosità è insita nel luogo in cui l’edificio è realizzato, la vulnerabilità dipende da come l’edificio è realizzato; l’esposizione è invece la quantificazione sociale (pubblica e privata) patrimoniale ed economica di ciò che potrebbe essere danneggiato dalla scossa.

Capire e interpretare il decreto: corsi a Bologna e a Padova

Per analizzare a fondo il complesso documento di classificazione del rischio sismico degli edifici e per sapere quali interventi sono ammissibili, come valutare lo stato di un fabbricato iniziale e dopo i lavori e molto altro ancora, Maggioli Formazione organizza il prossimo 12 aprile a Bologna (clicca qui per iscriverti) e il 4 maggio a Padova (clicca qui per iscriverti) due seminari di approfondimento. Relatore delle due giornate sarà l’ing. Andrea Barocci, autore dell’articolo sopra pubblicato, libero professionista, consigliere e coordinatore della sezione “Norme, Certificazioni, Controlli in Cantiere” di ISI (Ingegneria Sismica Italiana); Membro dell’Organo Tecnico UNI/CT 021 Ingegneria Strutturale, Consigliere dell’Ordine degli Ingegneri di Rimini e coordinatore della Commissione Sismica.

Andrea Barocci

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