Danni del terremoto: imperizia dei tecnici o leggi scellerate?

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In questi giorni sono state pubblicate sui quotidiani nazionali e sui siti web di informazione tecnica specializzata molte fotografie, scattate dai soccorritori e dai professionisti, delle case crollate o danneggiate dal terremoto che il 24 agosto scorso ha colpito violentemente il Lazio e le Marche. Le immagini mostrano edifici che hanno resistito alle scosse e altri, invece, che sono collassati miseramente. Ad alcuni è sorto il dubbio che, a prescindere dalla pericolosità sismica del territorio nazionale, parte della responsabilità sia da attribuire all’imperizia dei tecnici che hanno curato costruzioni, ristrutturazioni e ampliamenti.

“Nulla di più falso”, ribatte tranchant Calogero Lo Castro, presidente della Confedertecnica, che federa le organizzazioni sindacali dei liberi professionisti tecnici: ingegneri, architetti, geometri, periti e geologi. “I tecnici Italiani sono i migliori nel mondo, e non a caso sono spesso richiesti all’estero anche per grandi opere”, prosegue Lo Castro che individua in un’altra causa il disastro provocato dai danni del terremoto: “Purtroppo i progettisti si debbono scontrare con leggi e scelte scellerate fatte dalla classe dirigente, che troppo spesso li dimentica, e anche su temi legati al nostro lavoro tira avanti senza mai consultarli”.

“Il pasticcio della ricostruzione da dover affrontare con un Codice degli Appalti privo dei decreti attuativi e di almeno quaranta regolamenti è sotto gli occhi di tutti”, rincara la dose il numero uno di Confedertecnica, che punta il dito sull’inadeguatezza delle norme. “Le nostre leggi antisismiche sono arretrate di almeno 50 anni rispetto ad altri Paesi. Eppure siamo noi ad avere una sismicità forte e ricorrente nel tempo. Lontano dagli eventi tragici può essere impopolare parlare di adeguamenti edilizi, di qualche spesa da fare in casa per la sicurezza. Ma è in gioco la vita di troppe persone per continuare a far finta di niente, la Politica sia più responsabile e coraggiosa, noi professionisti tecnici faremo sempre al meglio la nostra parte”.

Lo Castro entra nel merito anche delle parole importanti che, a più riprese, i rappresentanti del Governo hanno speso sul tema della ricostruzione dei paesi colpiti dal terremoto in Centro Italia. “Si tratta di un impegno che deve essere mantenuto”, dice, “perché dopo tante parole ed espressioni di dolore, solidarietà e vicinanza alla popolazione, lo Stato, le Regioni e tutte le istituzioni debbono dare strumenti concreti per ricostruire in tempi brevi e certi le case che sono state rase al suolo”.

Insomma, l’efficacia e la fluidità del processo ricostruttivo adesso deve sostituirsi alle belle parole. “Noi speriamo che nulla possa intralciare questo processo”, si augura il presidente di Confedertecnica, “ed abbiamo nonostante tutto fiducia nelle istituzioni democratiche”.

Come accaduto anche per le passate tragedie causate dal terremoto, la risposta dei tecnici è stata pronta, come riferisce Lo Castro: “abbiamo allertato tutti i sindacati aderenti e i nostri comitati sul territorio, indicando loro di mettersi in contatto con la Protezione Civile e con i Vigili del Fuoco per dare la disponibilità secondo le proprie specializzazioni”.

La querelle su Renzo Piano

Lo Castro interviene anche sulla querelle sorta a seguito del colloquio voluto dal premier Renzi con l’archistar e senatore a vita Renzo Piano sui temi della ricostruzione post terremoto. Alcuni hanno visto nell’iniziativa del Governo una mossa da “spot elettorale”, ipotesi che il presidente di Confedertecnica respinge con decisione: “Non possiamo che essere d’accordo con l’architetto Renzo Piano, specialmente quando afferma che «siamo eredi indegni di un grande patrimonio». Peccato però che ce ne accorgiamo sono in certi frangenti, e quindi come afferma lo stesso Piano, bisogna alzare le difese con un lavoro strutturale di qualità, destinato a durare per sempre”.

E proprio sulle riflessioni di Renzo Piano, Lo Castro aggiunge che “oltre agli architetti, agli ingegneri, ai geometri e ai periti tecnici rappresentiamo la categoria dei geologi, in questo momento una professionalità preziosa anche per mettere mano al progetto cui accennava il senatore a vista: sondaggio accurato del territorio e messa in sicurezza generale”.

Mauro Ferrarini

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