Opere temporanee: quando rientrano nell’attività edilizia libera?

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Secondo quali modalità o tempistiche un manufatto dedicato ad esigenze temporanee può rientrare nella categoria dell’attività edilizia libera? La questione riveste importanza poiché permette di comprendere con maggiore accuratezza quali sono gli interventi edilizi realizzabili senza titoli abilitativi.

La risposta viene data con grande chiarezza dalla recente sentenza del TAR Veneto, sez. II, 21 aprile 2016 n. 414: la materia delineata dai giudici amministrativi è quella della attività edilizia libera connessa ai manufatti destinati ad un uso temporaneo. Ecco come si è delineato il caso di specie in esame.

Una società proprietaria di un cantiere adibito alla costruzione, riparazione e manutenzione di navi da diporto presenta al Comune una comunicazione inizio lavori (CIL), ai sensi dell’art. 6 comma 2 lett. b) del Testo Unico Edilizia (secondo cui integra un’ipotesi di attività edilizia libera) per la realizzazione di “opere dirette a soddisfare obiettive esigenze contingenti e temporanee e ad essere immediatamente rimosse al cessare della necessità e, comunque, entro un termine non superiore a novanta giorni”, per la realizzazione di carroponte di consistenti dimensioni (24 x 50 metri, ed altezza di 19 metri, con struttura in metallo) su cui poggiare due navi da allestire, chiuso da pannelli su due lati e coperto al fine di evitare l’emissione in atmosfera di polveri di saldatura e verniciatura. Il Comune, trascorsi 90 giorni, dopo aver constatato la permanenza del manufatto (peraltro imbullonato ad una fondazione in cemento armato), ne dispone la demolizione.

I giudici del TAR Veneto, investiti della legittimità del provvedimento del Comune, hanno deciso di rammentare che la realizzazione di opere che comportano una trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio è sempre subordinata al rilascio di un apposito titolo abilitativo e l’individuazione, tra le opere soggette ad attività edilizia libera, di quelle dirette a soddisfare esigenze temporanee, costituisce una deroga a tale principio, caratterizzando una norma di carattere eccezionale come tale non suscettibile di interpretazioni estensive.

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Quale la conseguenza concreta di ciò nel caso di specie? Molto semplice: la facoltà di realizzare opere volte a soddisfare esigenze temporanee in assenza di un titolo edilizio può essere ammessa solamente per un uso realmente precario e temporaneo per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo, con conseguente successiva e sollecita eliminazione.

Per tale ragione il legislatore ha circondato la possibilità di qualificare come attività libera tali opere, che possono avere anche un impatto significativo sul territorio (come nel caso di specie), di particolari cautele volte ad assicurare l’effettiva ed obiettiva riscontrabilità di tali caratteri, prevedendo che debbano essere sempre rimosse entro 90 giorni dalla loro realizzazione, fermo restando che, ove vi sia l’esigenza di mantenerle per un tempo maggiore, gli interessati devono necessariamente munirsi di un idoneo titolo edilizio.

Per una panoramica più ampia in materia di attività edilizia libera, con un ampio corredo di riferimenti normativi statali e regionali, esempi concreti e copiosa giurisprudenza, Maggioli Editore suggerisce il fresco e-book curato da Antonella Mafrica e Mario Petrulli, intitolato L’attività edilizia libera aggiornato ai Decreti n. 126 e 222/2016 (c.d. Decreto SCIA 1 e Decreto SCIA 2)

Redazione Tecnica

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