Dalla scuola (ri) nasce la figura del Geometra moderno

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“Diciamolo chiaramente: in questi anni di crisi la categoria dei Geometri ha attutito meglio degli altri professionisti le conseguenze sull’attività lavorativa. La ragione? Una polivalenza unica nel settore e una presenza capillare sul territorio”. Non ha dubbi Maurizio Savoncelli, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e Geometri Laureati, con il quale ci siamo confrontati durante un incontro nella sede di Roma. “E le spese per iniziative o per progetti non strettamente necessari a creare lavoro sono state azzerate da quando sono alla guida della categoria dei Geometri”, afferma con convinzione Savoncelli: “I tempi e la situazione attuale impongono che ogni risorsa sia destinata a incrementare le occasioni di lavoro e di business per la categoria. Si tratta di un obbligo morale che sento profondamente e al quale non ho intenzione di venire meno”.

Le occasioni di lavoro, almeno per i Geometri, non sono poche, considerando la trasversalità delle materie di cui la categoria si occupa storicamente: “Dalla certificazione energetica alla sicurezza nei cantieri e alla prevenzione incendi, dalle riconfinazioni alla materia catastale e fiscale fino ad arrivare a temi, oggi di maggiore attualità”, dice il numero uno dei Geometri ricordando, ad esempio, la riforma del catasto dei fabbricati, la riqualificazione e la rigenerazione urbana.

Creare un humus fertile da cui i nostri iscritti possano cogliere opportunità interessanti è uno dei principali ruoli che deve rivestire il Consiglio Nazionale, continua Savoncelli, ricordando il recente accordo siglato con la Croce Rossa Italiana, e anticipando iniziative rivolte all’internazionalizzazione della figura del Geometra, con la sottoscrizione di un protocollo con l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese.

Professione, competenze e lavoro: il Geometra del futuro parte dalla scuola

Il futuro della professione di Geometra si gioca sui giovani e sulla scuola. Non è uno slogan, ma un obiettivo perseguito dall’attuale Presidente che ci conferma come l’iter per la realizzazione di un percorso universitario post diploma, da tenersi negli istituti tecnici, sia ormai avviato. Un progetto in conformità con le direttive europee che prevedono la laurea almeno triennale per esercitare la libera professione nel settore tecnico. “Ma tutto avverrà secondo regole chiare e, soprattutto, senza cambiare le carte in tavolo a partita iniziata”, tiene a precisare Savoncelli. In altre parole, gradualità e trasparenza saranno i cardini sui quali organizzare il percorso di transizione dalla professione del Geometra di oggi, a quella che è stata pensata come “Geometra del futuro”.

“Sarà una evoluzione che si perfezionerà nell’arco dei prossimi anni”, spiega, “in linea con i tempi e con la storia della nostra categoria: da Agrimensori ci siamo evoluti in Geometri, a cui era sufficiente il diploma per l’esercizio della professione. Siamo poi passati a regolare l’accesso tramite il superamento dell’Esame di Stato e oggi assistiamo al cambio: dagli ITG ai CAT per arrivare a una nuova figura di Geometra che sarà laureato”. Si tratta, precisa Savoncelli, di un Geometra a tutto tondo, al passo con i tempi e pronto ad affrontare le sfide che il futuro pone davanti.

Non è possibile non stuzzicare il presidente dei Geometri sul tema, sempre delicato, delle competenze professionali. “Il parere del Consiglio di Stato n. 2539/2015 dello scorso mese di settembre ha finalmente indicato un nuovo approccio al tema e chiarito tre passaggi essenziali: non esistono riserve sulla progettazione di costruzioni in cemento armato; viene confermata e incoraggiata la collaborazione interprofessionale fra le varie categorie dei tecnici, ciascuno per la propria competenza. È sempre possibile per il Geometra svolgere in autonomia l’attività di progettazione architettonica (amministrativa) nell’ambito della modesta costruzione”.

E la riforma del catasto?

“Non è morta, anzi!” Lo stop dello scorso giugno, secondo il Presidente dei Geometri, all’emanazione del decreto attuativo che avrebbe dovuto definire i criteri per realizzare l’algoritmo da impiegare per la determinazione delle nuove rendite catastali, è da considerare un passaggio propedeutico per la riforma strutturale.

Quando gli chiediamo il motivo, Savoncelli ricorda che per avere reale efficacia ed essere davvero equa, la riforma del catasto urbano non può essere imposta dall’alto con una serie di coefficienti estrapolati da osservazioni statistiche, ma si deve basare su stime e valutazioni sul campo. “Solo così si possono evitare valanghe di contenziosi che, di fatto, soffocherebbero nella culla qualsiasi tentativo di aggiornare la banca dati del catasto dei fabbricati”. Inoltre, “la revisione delle rendite catastali per i cosiddetti imbullonati e la possibile visualizzazione delle superfici catastali in consultazione, possono essere individuati come passaggi sicuramente propedeutici”. In aggiunta a quanto sopra già detto, “sarà necessario accompagnare un percorso di riforma strutturale con opportuni benefici fiscali a favore dei proprietari che vorranno affrontare collaborativamente questo passaggio”.

Mauro Ferrarini

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