Competenze ingegneri: il risanamento (post-sisma) dell’edificio storico-artistico

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Lo studio di ingegneria può certamente aggiudicarsi i lavori di risanamento anche se l’immobile che desta preoccupazioni al comune emiliano colpito dal sisma nel 2012 è un edificio che riveste interesse storico-artistico.

Risulta del tutto inutile per i concorrenti rivendicare la competenza esclusiva degli architetti quando i lavori oggetto della procedura pubblica sono interventi di risanamento che non incidono sui profili estetici del fabbricato vincolato. È ciò che emerge dalla sentenza 13 gennaio 2016, n. 36 pubblicata dalla prima sezione del TAR Emilia Romagna.

Il caso di specie riguardava interventi di ripristino dell’immobile Castello di Bentivoglio, interessato dagli eventi sismici del maggio 2012, il quale, in quanto bene culturale, era incluso tra quelli assistiti da finanziamento pubblico nell’àmbito della ricostruzione per il terremoto.

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L’architetto rimasto escluso dai lavori cosa può fare? Nulla: nella circostanza non conta che l’ingegnere non abbia lo stesso senso estetico nella progettazione poiché l’intervento che l’amministrazione intende far realizzare punta al mero ripristino strutturale della porzione delle strutture lesionate dal sisma. È necessario, pertanto, procedere ad attività di riparazione con rafforzamento locale, tanto che le relative prestazioni da erogare restano inquadrate nella sfera del risanamento e della salvaguardia dell’immobile danneggiato.

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Si tratta di intervenire sulla struttura dell’edificio per ripararla e consolidarla: si rientra pertanto nelle opere di edilizia civile riconducibili alla “parte tecnica” di cui all’art. 52, co. 2, del regio decreto 2537/1925 nella lettura ampia che ne ha dato la giurisprudenza, ricomprendendo al suo interno tutte le lavorazioni che non incidono sui profili estetici e di rilievo culturale degli edifici vincolati.

Tutela del patrimonio architettonico

La circolare del 30/4/2015, n. 15 riporta “Disposizioni in materia di tutela del patrimonio architettonico e mitigazione del rischio sismico” ed ha il dichiarato scopo di “sensibilizzare” tutte le figure che hanno influenza sulla gestione del patrimonio culturale, indirizzando ad “un percorso culturale prima che tecnico”, in cui tale disposto si inserisce.L’Italia, come noto, possiede un patrimonio vasto e diffuso di immobili di notevole valore storico-culturale, forse il maggiore a livello mondiale, che già solo per tali motivi deve essere tutelato e conservato in maniera efficiente.A parte tale aspetto, esso, può rappresentare, in una nazione così ricca di valenze culturali, un’importante sorgente di introiti e di sviluppo economico e sociale.Pertanto, la presa di coscienza e la gestione della problematica sismica, in un territorio che è stato di recente indicato come uno dei più critici a livello mondiale, assume un attuale ed urgente significato. Le disposizioni della circolare n. 15/2015 stigmatizzano tali aspetti, raccogliendoli sotto la forma di quadro sintetico-tabellare (l’Allegato 1 della circolare), guidando il tecnico verso le caratteristiche e le potenziali carenze in ottica sismica degli immobili, pubblici e privati, oggetto di tutela. L’Allegato individua due classi di intervento (manutenzione straordinaria e miglioramento sismico) che spesso ricorrono nella pratica, e che sono state indicate come potenziale fonte di inesatte valutazioni rispetto alle azioni sismiche. L’Allegato 1 è quindi un interessante punto di partenza per approfondire le tematiche ad esso correlate e allargare il quadro di conoscenza, spesso anche molto specialistica, che esso stesso sottende. Il presente lavoro è volto a inquadrare gli aspetti inerenti tutela e rischio sismico negli edifici storici, illustrando e specificando i principi cardine al fine di rendere più agevole, e più consapevole, la compilazione dei vari campi, col fine di ottenere le giuste informazioni di ritorno a livello governativo. Il testo, di lettura agile, è indirizzato a coloro che devono familiarizzare con la specificità del patrimonio culturale, siano essi professionisti incaricati della progettazione che del controllo e gestione di tali fasi. Nicola Mordà, Ingegnere civile strutturista, si occupa di problematiche sismiche e diagnostica con riferimento alle costruzioni storiche. Paola Boati Architetto, laureata in Restauro e Valorizzazione nel 2006. Da dieci anni svolge l’attività professionale occupandosi di progettazione sostenibile, ristrutturazioni e restauri, interior design, riqualificazione energetica e facility management.

N. Mordà, P. Boati | 2015 Maggioli Editore

5.93 €  5.04 €

Redazione Tecnica

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