No libere professioni No ripresa: la lettera a Renzi

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Una lettera dritta al punto sulle politiche per i liberi professionisti: è quella che Inarsind ha inviato al presidente del consiglio Matteo Renzi che lo invita a fare un salto di qualità sulle politiche per le professioni. Inarsind esprime dubbi sul job act per gli autonomi, sull’eccesso di burocrazia, sulla necessità di mettere stop al doppio lavoro per i dipendenti pubblici, di avviare davvero la rigenerazione “smart” degli edifici esistenti e di aprire le gare ai giovani.

Rispetto al passato, il Governo Renzi rappresenta un’inversione di tendenza, che solo di recente ha saputo mostrare un effettivo interesse verso le libere professioni, sottolinea Inarsind, il sindacato nazionale di ingegneri e architetti, a proposito della Legge di stabilità, la delega sui lavori pubblici e il Jobs Act per il lavoro autonomo. Sono provvedimenti che vanno nella giusta direzione.

C’è un però. Se l’obiettivo è ridare fiato al patrimonio di capacità tecniche e conoscenze che rappresentano le libere professioni, occorre rimuovere i vincoli strutturali che bloccano i professionisti, ancor più della stessa congiuntura economica. Il sindacato non chiede bonus o leggi protettive ma reclama una concorrenza leale.

Scarica la lettera di Inarsind a Renzi sulle libere professioni.

 

Le richieste di Inarsind per le libere professioni

1) Drastica riduzione della burocrazia;
2) Stop al doppio lavoro per i dipendenti pubblici;
3) Meno discrezionalità nella valutazione delle gare pubbliche;
4) Ampliamento la platea dei soggetti che partecipano alle gare di servizi di architettura e di ingegneria;
5) Incentivi per le aggregazioni professionali;
6) Onorari decorosi per i Consulenti tecnici d’ufficio;
7) Tagliando alla riforma delle professioni;
8) Rigenerazione “smart” degli edifici pubblici e privati.

Otto i punti indicati da Inarsind in una lettera aperta al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per rafforzare le libere professioni e spingere il Paese sulla strada della crescita economica e sociale accompagnati da alcune perplessità sul recente Job act per il lavoro autonomo.

Nella lettera aperta di Inarsind indirizzata al presidente del Consiglio e ai ministri della Giustizia, delle infrastrutture, della Semplificazione, dello Sviluppo economico e del Lavoro, il sindacato nazionale degli ingegneri e architetti non chiede bonus o leggi protettive, ma reclama «una concorrenza leale» e non drogata da chi già svolge un lavoro presso la pubblica amministrazione o dai docenti di ogni ordine e grado, che sottraggono ampie fette di mercato ai liberi professionisti e ne impediscono l’accesso a migliaia di giovani.

 

Redazione Tecnica

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