Infrastrutture, partito il tavolo di ascolto con gli operatori

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È stato avviato, presso il Ministero delle infrastrutture, un tavolo di ascolto cui partecipano gli operatori del settore con l’obiettivo di “consolidare il lavoro importante di produzione normativa degli ultimi mesi”.

 

Lo ha detto il vice ministro delle infrastrutture e dei trasporti Mario Ciaccia. “Alla fine di questo ascolto potranno essere messe a punto misure da far confluire in uno specifico disegno di legge tendenti a completare l’evoluzione normativa avviata”.
“Dobbiamo dare risposte efficienti ed efficaci al sistema economico attraverso la produzione di norme per migliorare” l’ingresso dei capitali, ha spiegato il vice ministro in audizione alla commissione Lavori pubblici del Senato e ha aggiunto: “Si tratta di porre mano a modifiche di tipo normativo per le infrastrutture e la loro potenziale realizzabilità tenendo conto che c’é una quantità di risorse assai rilevante” per colmare il gap del settore (300 miliardi in dieci anni).

 

Il ministro ha spiegato che in questi mesi il Governo ha approvato “oltre 100 disposizioni in materia di normativa”, ma tutti attraverso la decretazione d’urgenza. “Per completare questo quadro – ha detto Ciaccia – occorre un disegno di legge che sia di tipo ordinamentale e contenga anche deleghe da dare al governo, che dia coerenza al sistema e introduca ulteriori norme per favorire il partenariato pubblico-privato”.
Per fare questo lavoro, ha proseguito il vice ministro, si è deciso di ascoltare gli operatori (tra cui Ance, Fs, Anas, Autostrade), con l’aggiunta anche della “presenza qualificata” dell’Abi: “Siccome con le recenti norme abbiamo detto che serve l’assicurazione della bancabilità del progetto, abbiamo deciso di allargare la partecipazione alla presenza per la prima volta dell’Abi e della Banca europea degli investimenti”.

 

Il fine ultimo: un disegno di legge
Continua Ciaccia: “Sono fiducioso che attraverso questa evoluzione culturale potremo arrivare presto a un disegno di legge armonico” che consenta di accelerare la realizzazione delle opere. Tra le principali questioni di cui si discute al tavolo, e che finiranno poi nel provvedimento, ci sono:
– la necessità di agevolare lo strumento virtuoso del project bond;
– ridefinire meglio le opere strategiche nazionali;
– evitare i cambiamenti in corsa, partendo dal fatto che pacta sunt servanda;
– la modifica dell’articolo 117 della Costituzione, “riportando al centro la realizzazione delle opere strategiche” (per le quali attualmente serve l’intesa con le Regioni);
– istituire un comitato dei ministri per le opere strategiche;
– scrivere norme di delega sui contratti pubblici e su edilizia e governo del territorio.

 

Tra le questioni rimaste in sospeso c’é anche quella dell’introduzione in Italia dello strumento del debat public come in Francia: “Ma non bisogna innamorarsi di norme dettate da altri ordinamenti – ha avvertito Ciaccia – su questo è necessario trovare un’armonizzazione su una normativa che eviti il dissenso col territorio che a volte è dettato anche dalla mancanza di comprensione”.

Redazione Tecnica

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