Micro-cogenerazione urbana a biogas, nuove strategie per promuoverla

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La Direttiva 2001/77/EC sulla promozione dell’energia da fonti rinnovabili, ha segnato l’inizio di un percorso all’interno dell’Unione Europea rivolto all’individuazione e allo sviluppo di nuovi modelli energetici capaci di raggiungere gli obiettivi stabiliti per il 2020. Lo sviluppo del biogas urbano con le sue peculiarità tecnologiche, ambientali e sociali, può offrire un credibile modello energetico.

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Nuovi impianti di raccolta del rifiuto si stanno sviluppando per consentire alla popolazione urbana di acquisire consapevolezza e partecipare alla gestione del rifiuto. In questo sistema di aspirazione fisso, gli utenti gettano i loro rifiuti in contenitori in cui vengono stoccati temporaneamente, prima di essere svuotati regolarmente per mezzo di tubazioni interrate e portate al luogo di riuso o riciclo. Foto di: ENVAC.

 

Nonostante l’enorme potenziale, il tema del biogas urbano si inserisce in un complesso quadro normativo, a partire da quello comunitario. Oltre infatti alle direttive europee che coinvolgono le altre fonti rinnovabili (RESs), quali la Direttiva energetica 2009/28/EC e l’obsoleta Direttiva sulla tassazione energetica 2003/96/EC, il biogas urbano deve confrontarsi anche con altri disposti normativi come la Direttiva sui Rifiuti 2008/98/EC e il Regolamento 2003/2003 sui Fertilizzanti.  Nell’integrazione e nella sovrapposizione di queste norme comunitarie si palesa la complessità attuativa e gestionale di un sistema di micro-generazione urbana a biogas.

Impianto di biogas a Waalwijk, Olanda. L'impianto utilizza sfalci verdi, rifiuti vegetali e scarti organici del commercio per produrre biogas per oltre 2000 persone. Foto di: www.host.nl
Impianto di biogas a Waalwijk, Olanda. L’impianto utilizza sfalci verdi, rifiuti vegetali e scarti organici del commercio per produrre biogas per oltre 2000 persone. Foto di: www.host.nl

 

L’Italia con il suo quadro legislativo, non contribuisce a semplificare lo scenario. Le norme italiane hanno infatti generato ostacoli e impedimenti per lo sviluppo e la diffusione degli impianti a biogas soprattutto a livello urbano, dove potrebbe invece offrire un contributo essenziale alle dinamiche di crescita delle smart city. Nonostante infatti il PAN – Piano di Azione Nazionale per le energie rinnovabili, legittimi il biogas e il suo potenziale, individuandone l’importanza e gli obiettivi di crescita (previsioni di produzione per il 2020 del 6,09% per l’energia elettrica e di 2,54% per l’energia termica sul totale prodotto in Italia), il quadro normativo non offre però l’adeguato sostegno. Molti gli ostacoli che impediscono al biogas urbano di prendere piede: tempi di approvazione mediamente lunghi dovuti a differenti normative regionali, rimandi di responsabilità tra gli organi competenti e contrasti interpretativi delle norme stesse; assenza di un sistema di incentivazione che garantisca una programmazione di medio-lungo periodo; assenza di una tassazione per disincentivare l’utilizzo delle fonti fossili; mancanza di tariffe premiali per la differenziazione dei rifiuti, in particolare della frazione organica.

Centrale a biogas. Il biogas dagli scarti organici a livello di quartiere o distrettuale può rappresentare una credibile alternativa energetica di micro-generazione per le aree cittadine.
Centrale a biogas. Il biogas dagli scarti organici a livello di quartiere o distrettuale può rappresentare una credibile alternativa energetica di micro-generazione per le aree cittadine.

 

Nell’analisi del rapporto tra quadro normativo europeo e nazionale è possibile individuare strategie su cui lavorare al fine di identificare linee guida operative per l’adozione nelle aree urbane della micro-generazione da biogas.

 

articolo di Alessandro Pracucci* e Theo Zaffagnini **, a cura di Theo Zaffagnini

* Alessandro Pracucci, architetto e PhD student dell’international Doctorate In Architecture And Urban Planning (IDAUP) – Cycle XXX del Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara in consorzio con la Polis University di Tirana, Albania, e con Associate Members University of Malta, Malta e Slovak University Of Technology (Stu), Bratislava, Slovacchia. ORCID: 0000-0003-0877-1283

** Theo Zaffagnini, architetto, PhD, professore associato di Tecnologia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara dove è membro del Centro architettura e energia AE e PhD programme supervisor IDAUP. ORCID: 0000-0002-9693-809X

Redazione Tecnica

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