Sopraelevazioni abusive di sottotetti: il Consiglio di Stato picchia duro

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Giro di vite sull’applicazione delle sanzioni irrogate nel caso di sopraelevazioni abusive di sottotetti. Recentemente il Consiglio di Stato si è pronunciato sul ricorso di una società immobiliare contro un Comune per la riforma della decisione del TAR di comminare una pena pecuniaria al posto della demolizione di una sopraelevazione abusiva realizzata in un sottotetto.

Nella sentenza del Consiglio di Stato (sentenza 2980 del 16 giugno 2015), i giudici di Palazzo Spada confermano l’impossibilità di procedere alla demolizione del manufatto abusivo “senza pregiudizio per la parte edilizia conforme ai titoli edilizi rilasciati”.

Ma i lavori abusivamente realizzati hanno comportato l’utilizzabilità, a fini residenziali, di un volume inutilizzabile secondo i titoli edilizi rilasciati. In altre parole, attraverso i lavori eseguiti in modo abusivo si è impressa a tutto il sottotetto una destinazione urbanistica differente da quella assentita. Inizialmente, infatti, il sottotetto avrebbe dovuto fungere da ripostiglio e locale di deposito, mentre in seguito ai lavori non autorizzati era comunque possibile una destinazione residenziale.

Quanto è importante rilevare è che il Consiglio di Stato ha seguito un orientamento di repressione degli abusi basato sul peso urbanistico del manufatto “il che giustifica, chiosano i i giudici di appello, il procedimento di calcolo della sanzione pecuniaria basato sull’integrale volume del sottotetto”, ossia di oltre 271.000 euro contro i 34.000 euro calcolata dalla difesa della società immobiliare “dovendo questa essere parametrata unicamente al volume oggettivamente eccedente quello assentito dal titolo edilizio”.

I Consiglio di Stato non è stato d’accordo è ha picchiato duro.

Redazione Tecnica

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