Progetto Fiume Veneto – Casa F+B: lotta alle muffe e ai ponti termici

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Ospitiamo l’intervento dell’arch. Paola Dal Zotto e dell’ing. Domenico Pepe (progettista architettonico ed energetico dell’intervento) che descrive un interessante intervento di riqualificazione di una villetta di edilizia residenziale risalente al secondo dopoguerra con gravi problemi di formazione di muffe e umidità. L’articolo completo sarà pubblicato a breve sul mensile di Tecnica edilizia, urbanistica e ambiente L’Ufficio Tecnico.

L’edificio è parte di un complesso di villette a schiera a Fiume Veneto (PN) in un contesto urbano frutto dell’edilizia degli anni Settanta; è caratterizzato da un volume compatto con fronte principale pressoché orientato a Sud.

Facciata a Nord AnteOperam
Facciata a Nord Ante Operam
Facciata a Nord PostOperam
Facciata a Nord Post Operam
Facciata a Sud AnteOperam
Facciata a Sud Ante Operam

L’idea energetica si è sviluppata durante una prima fase di riflessione con la committenza la quale già aveva modificato l’impatto energetico dell’edificio tramite l’installazione di fotovoltaico e la sostituzione della vecchia caldaia con una a condensazione a metano; modifiche che tuttavia non avevano apportato un rilevante miglioramento energetico complessivo potendo incidere solo sulla sostanziale riduzione della bolletta elettrica e una lieve riduzione dei costi per riscaldamento e acqua calda sanitaria; dopo quegli interventi iniziali rimaneva comunque la costante e ripetuta formazione di muffa sulle superfici interne.

Facciata a Sud Post Operam
Facciata a Sud Post Operam

La tipologia di villetta a schiera portava con sé alcune criticità che si traducevano in due alternative contrapposte:

– perseguire la risoluzione dei ponti termici occupando porzioni di superfici di altra proprietà

– accettare la presenza dei ponti termici e temperature superficiali interne basse

Dettaglio del balcone Post Operam
Dettaglio del balcone Post Operam

Gli obiettivi del progetto sono stati sostanzialmente due:

– rendere gli ambienti definitivamente salubri sia evitando la formazione di muffa (tramite risoluzione e controllo dei ponti termici) sia con l’applicazione di nuova tinteggiatura a basse emissioni di VOC

– la riduzione drastica del fabbisogno energetico ottenuta grazie agli interventi che hanno interessato principalmente l’intero involucro edilizio (isolamento termico, sostituzione infissi e ventilazione meccanica puntuale con recupero di calore) e parte dell’impiantistica per un risultato di elevata efficienza energetica.

Particolare attenzione è stata rivolta alla corretta esecuzione della tenuta all’aria sia nel perimetro degli infissi sia tappando con spugne a tenuta all’aria le tubazioni corrugate esistenti; l’edificio ha così superato la prova di Blower Door Test.

Il progetto dimostra fattivamente che l’incremento di efficienza del solo generatore di calore e l’installazione del fotovoltaico non determina una riduzione drastica del fabbisogno divenendo vero e proprio esempio di una corretta cronologia di interventi da eseguire riqualificando prima l’involucro edilizio per poi – solo se necessario – intervenire sugli impianti.

L’obiettivo è stato raggiunto e certificato da un ente indipendente come CasaClima che certifica edifici ad alta efficienza energetica traducendo in Italia i principi del PassiveHause.

L’applicazione dell’isolamento termico all’esterno dell’edificio permette la valorizzazione della massa interna mentre lo sbarco della scala sul tetto piano permette in estate lo sfruttamento dell’effetto camino ottimizzando l’intervento nel clima caldo-umido tipico della bassa friulana.

Redazione Tecnica

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