Il risparmio energetico non è più un’opzione: 2 scadenze decisive in arrivo

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Il risparmio energetico non è più un’opzione da ambientalisti convinti od oculati amministratori: gradualmente sta infatti diventando un obbligo. Che tra poco diventerà perentorio e indifferibile. L’obiettivo di migliorare l’efficienza energetica degli immobili, contenere i consumi ed educare gli utenti a un uso più consapevole delle risorse si raggiunge certamente attraverso un percorso che tocca la cultura di una società e la formazione dei cittadini stessi. Ma questo non basta, sembra voler affermare il legislatore (sia comunitario che nazionale): altri obblighi sono imposti dalla legge e nuove scadenze si allineano nell’ideale “contatore” degli adempimenti in materia di risparmio energetico a partire dal quest’anno. Andiamo a scoprirle insieme.

Non va dimenticato che alle seguenti novità si allinea la recente entrata in vigore del nuovo libretto di impianto termico: per approfondire il tema leggi l’articolo Nuovi libretti di impianto: finalmente le istruzioni per la compilazione.

1. Caldaie tradizionali
Dal 26 settembre 2015, a causa della Direttiva europea Ecodesign (definita propriamente come ERP – Energy Related Products – 2009/125/CE) le caldaie non a condensazione, che usano una tecnologia non efficiente, non potranno più essere prodotte così come tutti quegli apparecchi per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria che superano determinati e specifici limiti di emissioni.

Per tutti gli apparecchi per riscaldamento ambienti e produzione di acqua calda sanitaria (caldaie, pompe di calore, cogeneratori) venduti nell’Unione Europea sono infatti già prescritti requisiti minimi di efficienza energetica. Tali requisiti assumeranno le caratteristiche dell’obbligatorietà a partire dal 26 settembre di quest’anno, dopo un regime di transizione (dispositivo e facoltativo) durato 2 anni. Pertanto, per fare un esempio, le caldaie tradizionali (non a condensazione) a camera stagna non potranno più essere fabbricate.

Importante sottolineare al tal riguardo che ad andare fuori legge non saranno gli impianti obsoleti che sono già presenti nelle case: l’obbligo impartito dalla legge infatti andrà a gravare sui produttori e non sui cittadini/utenti. Tali impianti non potranno essere più prodotti, ma ciò non vieterà a qualcuno di acquistarli qualora dovesse trovarne ancora sul mercato.

2. Impianti di riscaldamento nei condomini
Un’altra data da segnare in rosso è il 31 dicembre 2016: a partire da questa data, sarà obbligatorio, in tutti i palazzi e i condomini che possiedono un sistema di riscaldamento centralizzato, introdurre sistemi che consentano di realizzare la termoregolazione del calore e calcolare i consumi per singolo appartamento, come prescrive il decreto legislativo 102/2014 (che recepisce l’orientamento comunitario in materia).

L’obbligo sarà rafforzato da sanzioni pecuniarie e toccherà solo gli impianti di riscaldamento centralizzati. L’obiettivo che soggiace al provvedimento consta nell’utilizzare in modo intelligente ed efficiente la caldaia comune, determinando ciascuno per sé la temperatura degli ambienti mediante l’installazione di termovalvole e misurando il consumo di combustibile per ogni singola unità.

Redazione Tecnica

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