Elezioni INARCASSA, serve equità tra le generazioni. Intervista a Lucia Coticoni dell’Ordine degli Ingegneri di Roma

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Siamo ormai al dunque con l’invio in questi giorni delle schede elettorali per le elezioni INARCASSA 2015, che rinnoveranno il comitato nazionale dei delegati per il quinquennio 2015-2020.

Si tratta di un passaggio cruciale per gli ingegneri e gli architetti liberi professionisti che in questi anni hanno subito un grave ridimensionamento del proprio fatturato e un conseguente riflesso negativo sulla propria situazione previdenziale.

I temi sul tappeto sono diversi e tutti di primaria importanza per i professionisti tecnici: dal nuovo regime dei minimi (in queste settimane il Governo ha promesso di rimetterci mano, ma siamo ancora allo stadio delle buone intenzioni) ai costi previdenziali.

Abbiamo incontrato l’ing. Lucia Coticoni, candidata al rinnovo dei delegati alle prossime elezioni INARCASSA.

Regime dei minimi

Mauro Ferrarini. Il nuovo regime dei minimi è stato giudicato come un nuovo attacco alle libere professioni e una misura vessatoria nei confronti dei nuovi professionisti. Lei cosa ne pensa? Ci aiuta a chiarire ai lettori la situazione attuale e i possibili sviluppi per gli ingegneri liberi professionisti

Lucia Coticoni. La legge di stabilità 2015, (Legge 23 dicembre 2014, n. 190 pubblicata in Gazzetta Ufficiale 29 dicembre 2014, n. 300), prevede l’introduzione del nuovo regime dei minimi  per il vasto mondo dei liberi professionisti.

I punti salienti della riforma sono: spostamento del limite del fatturato da 30 mila a 15 mila euro l’anno; passaggio dell’imposta sostitutiva dal 5% al 15%; imponibile su cui applicare l’imposta sostitutiva non più calcolato sulla differenza tra costi e ricavi, ma su soglie predeterminate a seconda della tipologia dell’attività svolta. Per le professioni tecniche questo coefficiente è pari al 78%.

Appare evidente che a soffrirne di più siano i giovani appena entrati nel mondo del lavoro e chi, a causa della crisi, non ha la possibilità di fatturare alte cifre.

Il CNI ha già espresso un parere negativo su questa riforma.

Personalmente credo che ci si debba impegnare a far sentire la propria voce nei confronti delle istituzioni delegate alle materie fiscali. Le così dette Partite IVA, nonostante tutte le difficoltà, rappresentano una delle forze motrici del Paese e vanno tutelate.

Inarcassa

Mauro Ferrarini. In caso di elezione, quali sono le 3 cose più urgenti e importanti che secondo lei si devono realizzare?

Lucia Coticoni. Ho ricoperto presso l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma il ruolo di Coordinatore dello Sportello INARCASSA, delegata a tale attività dal Consiglio dello stesso Ordine.

Ho potuto così rendermi conto da vicino dei veri problemi degli iscritti nel relazionarsi con l’organo previdenziale nei riguardi della stessa cassa.

Le richieste principali sono: equità intergenerazionale, maggiore trasparenza e più dialogo. Credo che il Comitato dei Delegati, che a sua volta esprimerà il nuovo Consiglio di Amministrazione, deve lavorare per rispondere a tali esigenze.

La riforma del 2012 entrata in vigore a gennaio 2013, la così detta Riforma Fornero per la quale bisognava garantire la sostenibilità delle cassa di previdenza private a 50 anni, è sicuramente perfettibile ed è necessario che i “ritocchi” avvengano in breve tempo. Si deve instaurare un sistema previdenziale che dia più dignità e sicurezza a tutti, considerando anche le numerose difficoltà economiche di molti di noi in questo particolare momento storico, che non si sa ancora per quanto tempo andrà avanti.

Previdenza e assistenza non sono solo tematiche di attualità di cui discutere in dibattiti e convegni, sono una parte integrante della nostra vita e per tal motivo sono obbligatorie azioni concrete.

Ho aderito al progetto InarCassa 2.0, che sta abbracciando tutto il territorio nazionale, credendo saldamente in due principi: la previdenza come elemento fondamentale per l’unitarietà della categoria e l’assistenza come elemento fondante per la sicurezza sociale degli associati e per lo sviluppo della professione.

Come uso dire spesso in questo periodo: “è ormai tempo di riprenderci il futuro”!

Tasse, costi et similia

Mauro Ferrarini. Dopo tasse e burocrazia, la terza voce di costo per gli studi di architettura (secondo la recente indagine del CNAPPC) è quello per le spese previdenziali. Come è la situazione degli Ingegneri e cosa si potrebbe fare per alleggerire il peso di tali costi a carico dei tecnici?

Lucia Coticoni. La situazione per gli ingegneri non è delle migliori. Analizzando i dati riguardanti il 2013 presentati da InarCassa, che oggi conta più di 160 mila iscritti, emerge in maniera evidente è la diminuzione del reddito a livello di categoria. Infatti, 42.382 iscritti (il 26,4% del totale), architetti e ingegneri, ha dichiarato un reddito professionale al di sotto dei 10.000 euro annui. Altri 20.359 (12,7%) hanno guadagnato dalla propria attività tra i 10.000 e i 15.000 euro. A cui sono da aggiungere i 10.787 (6,7%) che non posseggono reddito. Questi dati poi appaiono ancora più allarmanti se analizzati per area geografica e suddivisi per genere.

Molti ingegneri e architetti si trovano quindi a vivere con scarsi mezzi di sussistenza, dovendo anche togliere dal loro reddito 3.mila euro annui di contributi minimi da versare a InarCassa, pur non essendo sicuri di ottenere una pensione dignitosa al termine del proprio percorso lavorativo. Solo il 30% ha dichiarato redditi superiori a 30 mila euro l’anno, mentre il 10% oltre i 60 mila.

A soffrire di più di questa situazione sono gli under 30 e i 40 che rappresentano il gruppo più numeroso, circa 55 mila persone.

In una situazione così drammatica è necessario perseguire con caparbietà i seguenti obiettivi: trattamento previdenziale equo fra generazioni, redditi, generi; trasparenza, partecipazione e condivisione democratica; sostenibilità finanziaria e sociale; sviluppo ed integrazione dei servizi di assistenza e solidarietà; politiche di sostegno alla professione.

È importante quindi che tutti gli interessati vadano a votare per il rinnovo del Comitato Nazionale dei Delegati InarCassa per il quinquennio 2015-2020, che si svolgerà in prima tornata il 10-11-12 marzo prossimo. Ogni voto espresso può rappresentare il cambiamento.

Mauro Ferrarini

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