Bioarchitettura e autocostruzione, ecco come costruire in balle di paglia

Scarica PDF Stampa

La bioarchitettura e l’uso di balle di paglia nella costruzione di nuovi edifici o nel campo del recupero introducono soluzioni tecniche che sono sinonimo di elevata prestazione energetica e di comfort. Nell’attuale situazione ambientale e di mercato si possono intravvedere interessanti scenari di sviluppo (scarica il PDF dell’articolo completo).

Vivere in un edificio di paglia oggi è una scelta ben precisa del committente che riflette la volontà di condividere una filosofia di vita sostenibile, raggiungendo un elevato comfort psico-fisico anche attraverso l’utilizzo di tecniche costruttive che impiegano materiali totalmente naturali e reperibili nell’immediate vicinanze del cantiere, a volte forniti dall’agricoltore delle campagne limitrofe o dal terreno delle proprie colture.

 

Viste virtuali di un complesso di case a schiera in corso di realizzazione a Fano (PU). Progetto: Arch. Michele Ricci e Ing. Giovanna Nardini. Dall’alto in basso: fronti Sud e Ovest, con lo spazio filtro della loggia e la pensilina a parziale ombreggiamento del solarium, cui sono integrati pannelli fotovoltaici; prospetto Nord-Est, in cui si colloca l’ingresso alle residenze; vista generale con l’organizzazione del sistema degli spazi verdi e di tutti gli elementi per il controllo dell’irraggiamento solare (© ing. G. Nardini e arch. M. Ricci).
Viste virtuali di un complesso di case a schiera in corso di realizzazione a Fano (PU). Progetto: Arch. Michele Ricci e Ing. Giovanna Nardini. Dall’alto in basso: fronti Sud e Ovest, con lo spazio filtro della loggia e la pensilina a parziale ombreggiamento del solarium, cui sono integrati pannelli fotovoltaici; prospetto Nord-Est, dove si colloca l’ingresso alle residenze; vista generale con l’organizzazione del sistema degli spazi verdi e di tutti gli elementi per il controllo dell’irraggiamento solare (© ing. G. Nardini e arch. M. Ricci).

 

Inoltre, è possibile sviluppare un processo di autocostruzione della propria casa poiché si tratta per lo più di tecnologie “a secco” e con dimensioni contenute dei componenti che consentono di norma una facile movimentazione manuale. A ciò si aggiunge la non tossicità dei materiali di origine naturale, che non rilasciano dunque sostanze nocive durante tutte le diverse fasi di lavorazione.

 

Fornitura dei “blocchi” in paglia per il tamponamento delle pareti (© ing. G. Nardini e arch. M. Ricci).
Fornitura dei “blocchi” di paglia per il tamponamento delle pareti (© ing. G. Nardini e arch. M. Ricci).

 

Le balle di paglia sono utilizzate oggi in Italia come tamponamento di un sistema costruttivo in legno per edifici anche a più piani, mentre il loro impiego strutturale attualmente viene di fatto escluso dalla normativa vigente dal 2008. Nel primo caso abbiamo principalmente tre tipi di tecniche. Nell’involucro GREB la struttura lignea ha una configurazione scatolare composta da montanti lignei, all’interno dei quali la balla di paglia è posta longitudinalmente, secondo corsi orizzontali.
La lavorazione prevede, dopo il montaggio di una cassaforma, il getto di una malta ecologica (detta “malta GREB”) su entrambe le facce, che saranno completate con un intonaco di calce o in terra cruda, il primo applicato all’esterno e il secondo all’interno. Oppure si utilizza il sistema con struttura intelaiata (POST AND BEAM oppure IN FILL), dove le balle sono inserite fra i piedritti come tamponamento, o ancora il sistema con cappotto naturale integrato all’uso di X-LAM strutturale. In questi casi il “blocco” di paglia ha uno spessore di circa 35-45 cm.

 

radi_6
Composizione della muratura GREB. La stratificazione finale è formata in questo caso (immagine a sinistra) da malta GREB, balla di paglia e ancora malta GREB. Seguirà l’applicazione dell’intonaco. Di corso in corso la struttura dei montanti lignei è collegata con fascette metalliche. A destra, applicazione del getto di malta, dopo la predisposizione delle casserature (© ing. G. Nardini e arch. M. Ricci).

 

La scelta di utilizzare soluzioni tecniche d’involucro con l’impiego di balle di paglia e finitura in argilla permette il raggiungimento di elevati valori di trasmittanza termica e buoni valori di sfasamento termico estivo. Pertanto l’applicazione è particolarmente adatta in clima mediterraneo. In Italia tali scelte vengono incentivate, dal momento che la normativa ne consente l’uso.

 

radi_11
La soluzione tecnica adottata unisce una struttura in travi, pilastri e platform frame a balle di paglia posate per filari orizzontali o verticali interposti alla struttura stessa. Le prestazioni energetiche delle pareti sono le seguenti: muri U = 0,128 W/mqK, pavimento U = 0,143 W/mqK, tetto U = 0,141 W/mqK, finestre U = 0,850 W/mqK, lucernai U = 0,938 W/mqK. Nel certificato di prestazione energetica della regione Piemonte, con un EPi pari a 13,66 kWh/m2a la costruzione è classificata in classe energetica A+ (© arch. M. Macrì e arch. S. Mancuso).

 

Nel caso di balle di paglia strutturali si fa riferimento alla tecnologia LOAD BEARING, in cui lo spessore della muratura arriva fino a 90-100 cm e dove vengono utilizzate delle balle da 40 a 90 cm circa di larghezza. Si tratta però di una tecnologia non trattata dalla normativa vigente.

La flessibilità d’impiego delle balle di paglia con sistema portante in legno si pone come valida soluzione anche per ristrutturazioni, ampliamenti e sopraelevazioni, visto che si basa su un sistema costruttivo “leggero” e in cui i materiali hanno elevata durabilità, adattabilità, capacità di favorire i criteri antisismici e la riciclabilità dopo la dismissione. Elevato il comfort indoor, garantito sia sotto il profilo termo igrometrico, sia psicofisico, determinato dalla salubrità degli spazi che con questo materiale naturale si è in grado di garantire.

 

articolo di Valentina Radi* e Pietromaria Davoli**
* Architetto, Dottore di Ricerca in Tecnologia dell’Architettura, afferisce alla sezione Architettura del Centro Architettura>Energia dell’Università degli Studi di Ferrara.
** Professore straordinario e Ph.D. di Tecnologia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Ferrara. Direttore del Centro Ricerche Architettura>Energia.

Scarica il PDF dell’articolo completo

Redazione Tecnica

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento