Un cavillo mette a rischio i fondi europei per i professionisti

Scarica PDF Stampa

Confprofessioni lancia l’allarme: sono a rischio i fondi europei per i professionisti messi a disposizione con il programma Horizon 2020 per il periodo 2014-2020. Il motivo? L’ordinamento italiano non considera “imprese” gli studi professionali che, invece, sono indicati nel Codice civile come prestatori di servizi a carattere intellettuale (articolo 2229 c.c.).

In pratica, anche se a Bruxelles i fondi europei destinati alle PMI sono stati estesi ai liberi professionisti, il corto circuito normativo nazionale escluderebbe i professionisti tecnici dalla platea di possibili fruitori dei finanziamenti.

“Il lavoro promosso dalla Commissione europea -ha spiegato- ha avuto il pregio di affermare che i professionisti rientrano, a pieno titolo, tra i destinatari dei fondi comunitari. È un’affermazione forte, alla quale purtroppo, non fa riscontro ad oggi una altrettanto chiara posizione del governo e delle Regioni italiane”, è il J’Accuse di Gaetano Stella, numero uno di Confprofessioni.

Che fare allora? Il Governo deve intervenire per sbloccare la situazione. Su pensa a una soluzione amministrativa ad hoc, che potrebbe superare lo stallo, evitando la beffa per gli oltre 160.000 ingegneri e architetti italiani che hanno gioito per l’opportunità di accedere ai fondi di finanziamento messi a disposizione dalla UE. Fondi che, ricordiamo, ammontano a circa 130 miliardi per il periodo 2014-2020.

Il mondo politico pare sensibile all’allarme lanciato dal settore delle libere professioni e lo stesso sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Graziano Delrio, ha rassicurato che le difficoltà nella gestione dei fondi europei di finanziamento sono in via di risoluzione.

Ricordiamo che i fondi europei per i professionisti hanno ricevuto l’imprimatur da parte della Commissione europea lo scorso 9 aprile. L’attuazione del nuovo piano avverrà tramite programmi operativi e specifici bandi, quest’ultimi presumibilmente cominceranno ad apparire nella prima metà del prossimo anno.

Nello specifico, come ha illustrato recentemente l’ing. Mauro Cappello su queste pagine, la Commissione Europea prevede una serie di azioni interessanti che sosterranno i liberi professionisti in vari aspetti delle loro attività, in particolare, accesso al credito, formazione, accesso ai mercati e all’internazionalizzazione, semplificazione e governance (leggi l’articolo Fondi comunitari: ecco tutti i vantaggi per i liberi professionisti).

Ma c’è anche il nodo della poca informazione. A questo proposito il Centro Studi degli ingegneri rileva che una buona parte degli iscritti (54,7%) non ha mai sentito parlare di fondi strutturali.

A frenare la partecipazione dei professionisti a queste iniziative è soprattutto l’incapacità delle Regioni di coinvolgere il sistema ordinistico nelle attività di programmazione, progettazione e attuazione degli interventi.

Mauro Ferrarini

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento