TASI 2014: ma dove sono le delibere con le aliquote dei Comuni ritardatari?

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TASI 2014, la confusione continua: il termine concesso ai Comuni per ottenere la pubblicazione delle delibere relative ad aliquote e detrazioni in merito al tributo scade il 18 settembre (mentre c’è tempo, in via preliminare, fino al 10 settembre per deliberare queste ultime nei vari consigli comunali). Ma fino a questo momento, i Comuni che hanno deliberato sono davvero pochi: sono solo 3600 le delibere complessivamente pubblicate fino ad ora (sugli oltre 8mila Comuni presenti complessivamente in Italia).

TASI 2014: I Comuni ritardatari sono la maggioranza
Meno del 50% delle amministrazioni ha deciso
e pochissime di queste sono riuscite a definire le aliquote nel frangente estivo: con picchi negativi raggiunti da molte regioni del sud. In Sicilia è pronto soltanto 1 comune su 7, mentre in Puglia, Basilicata e Calabria sono ok con le delibere soltanto il 20% delle amministrazioni comunali. È del tutto evidente che sarà un rientro dalle ferie bollente con quella che si prospetta come una vera e propria corsa all’approvazione delle delibere TASI: saranno due settimane davvero intense sotto questo profilo.

Per approfondire il tema con ulteriori informazioni leggi l’articolo IMU e TASI 2014: nelle abitazioni in comodato paga solo il proprietario.

Per gli amministratori locali che finiranno fuori tempo massimo la legge ha previsto un “giubbotto di salvataggio”, stabilendo che la TASI andrà pagata in un’unica soluzione entro il 16 dicembre, con l’aliquota base dell’1 per mille. Mentre il 16 ottobre sarà il termine entro cui versare l’acconto in caso di espletata deliberazione dal parte dell’amministrazione di riferimento.

Per un focus ulteriore sulla lunga estate calda del tributo sulla casa leggi l’articolo del nostro blogger Marco Brezza intitolato TASI 2014: e io (contribuente) pago…sempre di più.

Una nessuna centomila: il Paese delle aliquote
Nel frattempo a confusione si aggiunge confusione: non solo aliquote mancanti, ma, laddove esistenti, clamorosamente diverse tra un Comune e l’altro. È questa un’altra delle polemiche che sta caratterizzando il nuovo tributo sulla casa: una buona parte di cittadini ancora non ha compreso con precisione quanto dovrà versare per ottemperare al proprio dovere tributario (in palese violazione del Testo Unico sulle Imposte sui Redditi nel quale si afferma che lo Stato dovrebbe “mettere i cittadini nelle condizioni migliori per assolvere ai propri doveri”), con differenze enormi nelle aliquote decise in Comuni posti anche a brevissima distanza. Una mancanza di omogeneità che non farà altro che innalzare il grado di insoddisfazione dei cittadini in una materia già delicatissima come quella dei tributi sulla casa.

Redazione Tecnica

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